Home Notizie Ardea e Pomezia Docenti Oepac eccellenza ad Ardea, insegnanti speciali senza diritti

Docenti Oepac eccellenza ad Ardea, insegnanti speciali senza diritti

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
E’ la professoressa Nicoletta Scarlera, docente di sostegno presso le scuole di Ardea, a dire la sua su quanto sta accadendo nelle scuole di Ardea in merito alla carenza di Operatori educativi per bambini con disabilità, e al fatto che il Comune non garantisce il servizio a tutti i richiedenti.
“Come già ben spiegato da vari giornalisti e sindacalisti, lo scorso 27 dicembre, con decisione unilaterale, il Comune di Ardea ha approvato una delibera che prevedeva, in sostanza, un taglio netto della copertura finanziaria per i cosiddetti OEPAC (acronimo per Operatore Educativo per l’Autonomia e la Comunicazione). Risultato: da un giorno all’altro, bambini con disabilità anche grave senza assistenza, caos nelle scuole, licenziamento di decine di lavoratori, taglio del salario di quelli rimasti, famiglie in gravi difficoltà. Dopo varie rimostranze l’Amministrazione in questione ha fatto sapere che,  grazie ad una rimodulazione delle ore previste dal contratto d’appalto, il Comune potrà coprire circa 47mila ore annuali a fronte delle 51mila circa di Servizio OEPAC erogate nell’anno solare 2023. In altre parole, assicurando nel 2024 almeno il 91% del servizio erogato nel 2023, attraverso l’aumento contrattuale del 20% delle ore complessive previste nel contratto stesso.
Io sono una docente di scuola secondaria da molti anni, il servizio sul sostegno – come spesso capita ai precari – è stato all’inizio un caso. Un caso, per me, benedetto. Appena sono entrata in contatto con questo mondo, impegnativo, formativo e meraviglioso, ho incontrato queste figure professionali, gli OEPAC, persone semplicemente speciali: un misto di forza, dolcezza, equilibrio, incessantemente allenati all’ascolto e allo sforzo di adeguamento all’altro. Un “altro” anch’esso speciale, che raramente riesce a comunicare i propri bisogni. D’altra parte bisogna essere così per entrare in empatia con questi alunni, per fungere da facilitatori tra scuola e famiglia, per individuare ogni santa volta e tempestivamente una modalità professionale efficace per ottimizzare gli sforzi del docente di sostegno che progetta le attività insieme al consiglio di classe, per facilitare l’accesso alle attività didattiche, ricreative e personali dell’alunno, per gestire eventuali esigenze di assistenza sanitaria e vigilare anche su eventuali comportamenti-problema.
E nel nostro “ambito” territoriale scolastico, quello di Ardea appunto, con i suoi 3 plessi scolastici comprensivi, possiamo davvero fregiarci di OEPAC straordinari, con esperienza pluriennale e grande preparazione. I nostri OEPAC sono un’eccellenza del territorio e hanno davvero molto da insegnare. Anche per questo davvero non si comprende perché non siano figure professionalmente inquadrate e alle dirette dipendenze del Ministero dell’Istruzione come gli insegnanti. Del resto, il bisogno delle ore di assistenza per ciascun alunno con disabilità, è stabilito con precisione nel PEI (Progetto Educativo Individuale) in sede di GLO (Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione) tenendo conto dell’inalienabile diritto allo studio di ciascun individuo. Ciò premesso, è mai possibile che gli OEPAC siano gestiti da cooperative su base di fondi comunali del tutto precari? Quante persone sono a conoscenza che figure così altamente specializzate siano pagate solo ed esclusivamente se l’alunno è presente? I bambini con disabilità sono evidentemente più fragili e statisticamente sono purtroppo soggetti ad ammalarsi più degli altri: è possibile che un assistente si alzi al mattino, prenda la sua macchina, vada al lavoro e, se l’alunno è assente, debba solo tornare a casa?
Dopo tanti anni di insegnamento trovo assolutamente doveroso levare un grido di indignazione per quanto accaduto, auspicando una soluzione definitiva da parte del sistema-scuola tutto: gli OEPAC, nella declinazione pratica e quotidiana, sono parte insostituibile del diritto all’inclusione, della dignità della persona, delle pari opportunità dei nostri giovani.
Oggi la gratitudine è uno dei sentimenti maggiormente sottovalutati, eppure è qualcosa di così pacificatorio. Agli OEPAC che tanto mi hanno insegnato: Tonia, Monia, Veruska, Irene, Claudia, Debora, Flavia, Caterina, Raffaele, Federica e tanti altri, un grazie di vero cuore”.