L’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Anzio ricevuta in Prefettura di Roma: “Sul nostro territorio non saranno trasferiti nomadi. E’ il primo dovere di un Assessore preoccuparsi delle problematiche dei cittadini”. “In Prefettura ho avuto rassicurazioni sul fatto che sul nostro territorio non saranno trasferiti nomadi mentre, in riferimento ai sessantasei rifugiati politici delle villette di Via dell’Armellino, informo i residenti della zona che al momento si tratta di una sede provvisoria in attesa che il bando della Prefettura stabilisca la sede definitiva. Non ne arriveranno altri, nonostante il massimale di cento rifugiati per Comune e quelli che ci sono, fortunatamente, non hanno precedenti”.
Lo ha affermato l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Anzio, Roberta Cafà, che questa mattina ha avuto un incontro di circa novanta minuti con il Vice Prefetto Vicario, Clara Vaccaro e con il dottor Di Pietro che coordina le collocazioni dei rifugiati politici.
“Sono una persona seria e non faccio propaganda… – continua l’Assessore alle Politiche Sociali Cafà – e chi mi conosce sa che quotidianamente, dal mio delicato osservatorio, mi confronto con problematiche di estremo disagio sociale di anziani, giovani mamme, stranieri e di tanti cittadini che hanno difficoltà a superare la prima settimana del mese. Ad Anzio, purtroppo, in questi giorni abbiamo problemi più seri dei quali dovremmo discutere in modo serio e coeso invece di monitorare gli incontri istituzionali in Prefettura di un Assessore. La nostra Città, dopo i trasferimenti del Comune di Roma ad Anzio Due, dopo una particolare situazione di disagio che vivono i cittadini di Lavinio e dopo fenomeni di microcriminalità derivanti dalla situazione di Via del Cinema, non è più in grado di accogliere nessuno. Ho ribadito, più volte, questo concetto al Vice Prefetto Vicario che, dopo aver preso nota della mia relazione, mi ha chiesto di rassicurare la cittadinanza rispetto a questa delicata vicenda. Mi ha rassicurato che la Prefettura monitorerà continuamente la situazione e che favorirà progetti sociali per tenere impegnati questi ragazzi in modo dignitoso.
“La Prefettura – continua l’Assessore Cafà – ha pertanto dovuto distribuire i richiedenti asilo – attualmente 2700 profughi – nelle strutture candidate al servizio di prima accoglienza. Tali strutture saranno soggette a verifiche di conformità successivamente alla scadenza del bando e potranno diventare sedi “riconosciute” solo dopo aver aperto un “tavolo di concertazione” con la Regione Lazio, le ASL di competenza, gli Enti Locali interessati e le Forze dell’Ordine. Informare la cittadinanza e preoccuparsi di quello che accade sul nostro territorio, tenendo i riflettori accesi anche su eventuali speculazioni sulla testa di persone con enormi problematiche, è il primo dovere di un Assessore”. Resta la presa di posizione del resto della giunta Bruschini, che non ha per nulla gradito il passo in avanti della Cafà, mettendo nero su bianco il dissenso rispetto all’iniziativa.