Non solo gli assessori possono rivolgersi al Prefetto di Roma per dire la loro sull’arrivo degli immigrati ad Anzio, in via dell’Armellino 72. A decidere di prendere carta e penna per dire la propria sulla nuova situazione abitativa anche uno dei residenti della zona. “Voglio premettere – spiega il residente – perché ci tengo ed è importante, che la mia iniziativa non è contro queste persone che vengono da situazioni di guerra e crisi. Non posso tuttavia, non fare delle considerazioni. Mi sono trasferito in questa zona periferica da Roma, in cerca di tranquillità. Ho fatto un investimento in cerca di uno stile di vita rilassato. E’ una zona isolata e con pochi servizi. Io per stare qui, mi sono organizzato. Ho l’auto per muovermi, necessaria vista che siamo lontani da tutto, ho messo il riscaldamento in casa mia perché il gas non arriva. Una mattina mi sono svegliata e a pochi metri da quella che era la mia oasi di pace ho visto arrivare decine di persone. Troppe per gli appartamenti a disposizione. Ragazzi che in quelle case stanno stretti, passano molto tempo in terrazza, stendono di tutto e tutto il giorno camminano per andare in centro o chissà dove, camminando sul ciglio di una strada pericolosissima. All’improvviso i sacrifici per comprare la mia casetta tranquilla sono stati vanificati da questa improvviso aumento della densità demografica e dei problemi che comporta. Tra l’altro il valore della mia abitazione, su cui pago un sostanzioso mutuo, inevitabilmente è diminuito. Vorrei chiedere al Prefetto, che impone questi arrivi se a vedere i micro appartamenti destinati agli immigrati ci è venuto, se ritiene davvero che la soluzione abitativa trovata per loro sia adatta. Vorrei sapere se i fondi europei utilizzati per questi ragazzi prevedono anche un sostegno per i cittadini che pagano il prezzo di una convivenza a cui nessuno è stato preparato, né loro né noi. Vorrei sapere che tipo di riscaldamento hanno in queste case e quante persone possono dormire in stanze strette e piccole. Mi piacerebbe sapere se il Prefetto lo sa che da queste parti non ci sono trasporti pubblici adeguati e che costringe questi giovani senza mezzi e senza auto a fare un sacco di strada anche solo per comprare una bottiglia d’acqua e se forse non sarebbe stato più opportuno avvisare i residenti delle sue intenzioni. Infine chiedo al Prefetto se lo Sto arrivando! che a poche centinai di metri c’è già una situazione critica e mi riferisco a via del Cinema”. La lettere del cittadino sarà recapitata anche al Comune di Anzio, per conoscenza e per capire se l’amministrazione ha in qualche modo voglia e modo di rappresentare i disagi che tutte le persone coinvolte stanno vivendo e chiedere un indennizzo appropriato per chi aveva investito in un progetto di vita e oggi fronteggia tutt’altra situazione.