E’ in corso una contesa sui posti di assunzione destinati alle donne nelle cooperative degli ormeggiatori di Anzio. A quanto pare, infatti, è uso che i figli dei soci delle cooperative prendano il posto dei genitori deceduti o pensionati. Questo è vero, ma solo… per i figli maschi. Almeno secondo la denuncia di una delle figlie di un socio. Diversa la versione di Renzo Tulli. “Premesso – dice – che questo non è un lavoro per donne, vista la pericolosità e la situazione delle banchine che metterebbe a rischio l’incolumità di una ragazza con il maltempo, ci è stato chiesto un posto. Abbiamo fatto presente la situazione, e ci hanno detto che poteva fare la segretaria, ma quella posizione è già occupata. A noi serve un marinaio. Se fosse il porto di Nettuno, con le banchine in cemento facilmente percorribili potrebbe lavorarci chiunque, anche un bambino, ma ad Anzio non è così, è una situazione in cui si rischia, una trappola. Una ragazza sui moli se scappa una barca o se va recuperata è una situazione impensabile. Qui tutti cercano di metterci in cattiva luce ma noi siamo brave persone e non facciamo discriminazione. Certo – aggiunge – con il nuovo porto ci sarebbe posto per tutti, ma adesso gli affari sono in remissione, già rispetto allo scorso anno, poi noi siamo in contesa con due ex Presidenti della cooperativa e quindi non ci sono soldi per le assunzioni”. Resta aperta anche la contesa con la Capo d’Anzio per la cessione delle aree e la realizzazione delle nuove banchine e proprio questa contesa sta rallentando i lavori della realizzazione del progetto. “Non siamo noi che non vogliamo il porto – dice Tulli – noi lo vogliamo, ma quello sul progetto con tutti i lavori anche accessori, non che ce ne andiamo via noi e tutto resta com’è”.