Il Presidente della Capo d’Anzio spa, Luigi D’Arpino ha dato mandato allo studio legale Fiorillo-Valenza di scrivere una lettera al Comandante del Porto di Anzio, al Comandante della Squadriglia navale della Guardia di Finanza, al Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di Nettuno, al Sindaco Luciano Bruschini, al Procuratore della Repubblica di Velletri alla Procura generale della Corte dei Conti, alla Regione Lazio, dipartimento Porti e Trasporto Marittimo e all’Agenzia del Demanio per segnalare la situazione di “obiettiva illegalità” posta in essere dalle cooperative di ormeggiatori Piccola Pesca e Sant’Antonio e chiedere un immediato intervento al fine di evitare il “perpetrarsi e proseguirsi dell’illecito”. D’Arpino ripercorre le tappe che hanno portato la Capo d’Anzio ad essere l’unica titolare delle aree demaniali (procedura nota e pubblicizzata a termini di legge) e fa presente come ogni tentativo di prendere possesso delle aree sia caduto nel vuoto. “Le cooperative – si legge nella lettera – oppongono pretesti di ogni genere pur conoscendo la legale situazione dei beni demaniali. L’area in questione – si sottolinea – è nella legale detenzione della Capo d’Anzio ma ad onere di soggetti ex concessionari si perpetra nella abusiva occupazione e, cosa ancora più grave nell’economico sfruttamento delle stesse, ciò in danno della società oltreché dell’intera collettività anziate essendo la società a prevalente capitale del Comune di Anzio”. D’Arpino ricorda che i posti di lavoro non sono a rischio, e invita le forze dell’ordine a rilevare i profili di illegalità della situazione a partire dal fatto che i canoni degli ormeggi vengono riscossi da “soggetti non legittimati” creando un pregiudizio economico alle casse della Capo d’Anzio e un illecito ai danni dei proprietari delle barche ignari che i loro pagamenti avvengano in favore di contraenti illegittimi.
D’Arpino invita quindi le forze dell’ordine ad agire per la “doverosa e necessaria tutela del demanio marittimo” non potendo le forze dell’ordine ritenere che si tratti di una questione tra privati, visto che la società Capo d’Anzio è soggetto attuatori dell’opera e dell’interesse pubblico.
Il Presidente della Capo d’Anzio, quindi, considera la missiva “una formale istanza di intervento a tutela del demanio” e invita tutti a provvedere alla cautela e quanto altro dello spazio demaniale, attualmente occupato senza titolo dalle cooperative di ormeggiatori, a verificare i titoli concessori ed eventuali abusi posti in essere dagli ex concessionari, a verificare le modalità dello sfruttamento economico dell’area abusivamente occupata. Infine, D’Arpino chiede alle Autorità cui si rivolge di valutare se “nella situazione di obiettivo immobilismo e non attuazione dell’interesse pubblico” sussistano ipotesi di reato di danno erariale.