“Volevo raccontarvi un fatto di malasanitá, finita bene grazie all´intervento di un gentilissimo dottore. Sperando in una pubblicazione, per mostrare che tra mille assurditá, contraddizioni e difficoltá, nelle strutture pubbliche c’é ancora chi mette davanti a tutti il paziente e le sue necessitá”. Inizia con queste parole la lettera che ci ha scritto un cittadino che ieri ha portato la nonna all’ospedale di Anzio.
“Giustamente mi presento – aggiunge – mi chiamo Johannes Balzano, e ieri raggiungo alle 15 l’ospedale di Anzio, dove alle 11 era stata portata in ambulanza mia nonna con codice rosso. La signora Bianca, 78 anni, è caduta ieri rovinosamente durante le pulizie domestiche riportando un grave trauma, che poi si scoprirá una frattura del femore. Giunto quindi alle 15 presso il Pronto Soccorso, ci viene detto che la signora doveva aspettare lastre ed accertamenti, ma a parere di un infermiere si trattava solo di una brutta contusione, cosa che a noi non sembrava, visto l’aspetto del femore e del ginocchio. Notavamo anche difficoltà nella respirazione dovuta sia a problemi polmonari trascurati, sia al panico di una signora che a 78 anni non trovava nessun tipo di spiegazioni nel caos dell’ospedale. Alle 17 finalmente arrivano gli accertamenti e scopriamo della rottura del femore e di valori sanguini che mostravano varie insufficienze, tra cui quella renale molto grave. A seguito di ció un nuovo stallo si è palesato nelle cure per mancanza di un posto letto e per la confusione che regnava nel Pronto Soccorso.Purtroppo temevamo il peggio perché chi parlava di dialisi, chi parlava di quadro clinico cupo e soprattutto la mancanza di posti letto avrebbe costretto mia nonna, in quelle condizioni, a passare la notte in corsia. Quando ormai non sapevamo piú a chi rivolgerci, si è presentato il dottore Vincenzo Castelli, ortopedico, il quale con molta calma ha ascoltato la paziente e ha controllato gli accertamenti, capendo la gravitá della situazione. Si é impegnato subito a trovare il posto letto che infine è stato liberato in ortopedia, mostrando calma e comprensione e capendo la gravitá della situazione, come l’assurdità della posizione di nostra nonna.
Scrivo questa lettera, non per criticare i lavoratori del PS, i quali purtroppo devono lavorare in condizioni di caos e poco controllate dalle dirigenze sanitarie, ma per ringraziare il dottore Vincenzo Castelli, il quale ha mostrato una qualitá unica: l´affetto verso pazienti sconosciuti, trasmettendo sicurezza e fiducia verso tutti gli anziani del PS e del Reparto, che grazie alle sue cure e alle sue comprensioni non si sentono piú soli e smarriti. Il ringraziamento lo porgo pubblicamente a nome di tutta la famiglia e per dimostrare come molti medici mettono davanti alle loro esigenze personali il bene fisico e mentale dei poveri pazienti, nonostante a strutture e trattamenti al limite della moralitá”. Che la situazione del pronto soccorso locale (come di altri in tutta la Regione) fosse al collasso è purtroppo cosa nota. Ma fortunatamente, almeno per la signora Bianca, la giornata è finita bene.