E’ stata conferenza seguita quella organizzata questo pomeriggio presso l’Aula Magna dell’ Istituto Marco Gavio Apicio ad Anzio. Il dibattito pubblico sul tema: “LEGALITA’ E CORRUZIONE NEGLI ENTI LOCALI ALLA PERIFERIA DI MAFIA CAPITALE” ha visto la partecipazione della società civile, degli studenti della stampa, a mancare in aula era solo la classe politica e a sottolinearlo, nel suo intervento, l’ultimo in ordine cronologico, è stato proprio l’unico esponente politico seduto al tavolo dei relatori, il vice presidente della Commissione parlamentare antimafia Claudio Fava. “Inizio con il dire – ha esordito – che non c’è periferia nella mafia e negli avvenimenti criminale. Ogni luogo in cui si verificano corruzione, minacce, estorsioni è il centro della mafia, la sua capitale. Quello che noto qui stasera è che tutti partecipano al dibattito tranne la politica. E’ incredibile che non ci sia un sindaco, un consigliere comunale, come se non si trattasse di una questione importante, una questione che li riguardi, che sia di importanza per la nostra quotidianità”. A fare da padrone di casa all’incontro e il primo ad introdurre il tema è stato il presidente dell’Associazione Antimafia Anzio–Nettuno Edoardo Levantini. “Nei nostri territori – ha detto – si sono verificati atti di intimidazione gravissima a politici – il sindaco di Ardea, quello di Nettuno, a dirigenti comunali – e cittadini ed eventi criminali di rilievo. Non è normale e a questo voler fare finta di nulla io non mi rassegno – ha sottolineato – le intimidazioni e gli atti aggressivi sono una cosa grave eppure tutto sembra essere tollerato e minimizzato. Qui si sono verificate estorsioni e sentenze per mafia passate in giudicato è certificata la presenza del clan Schiavone e quella dei Gallace – Novella che riforniscono di droga le piazze romane. Noi riteniamo – conclude – che ci sia il rischio concreto di condizionamento da parte di queste consorterie criminali alle amministrazioni locali di Anzio, Nettuno e Ardea”. In un lungo intervento il giornalista del Fatto Quotidiano, Andrea Palladino, che ha seguito tutto il processo Appia, ha tracciato la mappa delle presenze criminali da Ostia a Formia. “Anzio e Nettuno in particolare – ha detto sono una camera di compensazione e raccordo storico di due importanti gruppi e famiglie criminali, estremamente ben radicate. Queste presenze e questo radicamento sarebbero impossibili senza la connivenza con le amministrazioni pubbliche”. Per un problema personale era assente il presidente dell’Osservatorio Sicurezza della Regione Lazio Gianpiero Cioffredi, presente invece il coordinatore coordinatore di Libera Latina Fabrizio Marras, che ha sottolineato l’importanza della partecipazione dei giovani per sconfiggere questi fenomeni e il segretario dell’Associazione nazionale magistrati di Latina Daria Monsurrò. “I magistrati non devono stare solo nelle loro aule a scrivere sentenze – dice – ma anche uscire andare nelle scuole, parlare con le persone. La mafia non va combattuta solo con grandi grandi battaglie, non ci si deve fare avanti solo con gli omicidi, basta anche denunciare le piccole cose, per togliere il velo alla corruzione e al malcostume. Molti fenomeni lasciano traccia, ma nessuno ne vuole parlare, in questo si deve cambiare mentalità e dare ai magistrati un appiglio per poter lavorare per cercare di sconfiggere questo malcostume che ci fa vivere tutti male, con pochi soldi, servizi inadeguati, sviluppo fermo. Basta che ognuno faccia anche poco per migliorare la situazione”.
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