Una sala conferenze dell’Hotel Lido Garda stracolma, con autorità politiche, esponenti di forze dell’ordine, ristoratori e tanti, tantissimi cittadini che sono voluti essere presenti ad un evento storico come quello dei 200 anni del ristorante il Turcotto. L’azienda più longeva di Anzio ed uno dei ristoranti più antichi a livello internazionale, come ha giustamente sottolineato il professor Clemente Marigliani, che per questo straordinario traguardo ha deciso di redigere un libro con documenti inediti che testimoniano questi due secoli di storia e di gusto.
“Quella dei Garzia – ha detto nel suo intervento il sindaco di Anzio Luciano Bruschini – è una delle grandi famiglia di Anzio che hanno fatto la storia della nostra città. Un pensiero particolare lo rivolgo in questa occasione alle donne della famiglia che si sono adoperate con sacrificio e dedizione al successo del ristorante Il Turcotto. Tanti auguri per questi 200 anni passati e per gli altri che verranno”.
Emozionato e commosso Enrico Garzia: “Sono passati 45 anni da quando ho iniziato a lavorare in questa attività, e non avrei mai pensato di poter essere oggi qui a festeggiare i 200 anni del Turcotto. Ringrazio mia madre, la mia sorella Anna, mia moglie Patrizia, i miei generi, i miei suoceri che hanno sostenuto me e questa attività. Un lavoro che non conosce feste, orari e ferie. Ai miei nipoti dico di leggere e rileggere questo volume: dentro c’è sudore ed umiltà. Tutto questo lo dedico a mio papà Oreste”.
Poi a prendere la parola è stato il generale Marchetti: “Oggi celebriamo un successo ed una straordinaria storia. Ogni volta che vengo ad Anzio questa famiglia mi fa sentire a casa. Hanno lasciato un segno indelebile nella storia della città”.
Un volume ricco di aneddoti, che fanno sorridere, che fanno riflettere, che ci raccontano di una realtà che solo 50 anni fa dipingeva una società e un modello di vita che oggi ci sembrano impensabili. Un volume “Per le famiglie di Anzio, soprattutto per le nuove” come ha sottolineato il giornalista Giovanni Del Giaccio. Fondamentale la memoria di ferro di nonna Linda, 90 anni e una lucidità invidiabile. Ricorda tutto come fosse oggi ed è a gran parte dei suoi ricordi che il libro-evento dedicato al ristorante “Turcotto” deve la sua esistenza. Nonna linda ricorda di quando Benito Mussolini e Claretta Petacci venivano a cena, dei politici e degli attori del dopoguerra, da Liz Taylor, in zona per girare Cleopatra, ad Amintore Fanfani che diede il nome alla famosa ricetta della sogliola alla Fanfani. La presentazione dell’evento aperto ai cittadini è stata preceduta da una conferenza stampa in cui la famiglia Garzia (insieme a Maria ed Ermelinda i genitori Enrico e Patrizia), davanti al panorama mozzafiato che si gode dal Ristorante, ha convinto (semmai ce ne fosse stato bisogno) i giornalisti della bontà di questa storia da raccontare e della tradizione culinaria portata avanti con passione e dedizione per oltre due secoli. Tra un antipasto sontuoso e una zuppa di pesce indimenticabile il Professor Marigliani ha intrattenuto tutti illustrando le prove di questa lunga permanenza sul litorale neroniano, a partire da quando Gaetano Garzia aprì la trattoria sul porto e venne battezzato il Turco per l’abitudine di portare un fez rosso. “Anzio e tutta la cucina anziate devono molto alla famiglia Garzia – racconta Marigliani – hanno salvato questo posto splendido, che versava in condizioni pessime, prima come deposito di carbone, poi dal progetto di aprire un mattatoio. All’epoca questo posto era periferia piena, c’è chi dava del matto a Gaetano che decise di spostarsi qui e invece è si è dimostrata una scelta di una lungimiranza incredibile”.
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