Si schiera contro l’apertura della centrale Biometano a Padiglione il meetup I Grilli di Anzio che ha espresso le sue preoccupzioni su questa struttura ritenuta pericolosa per la cittadinanza, al contrario delle rassicurazioni avanzate nei giorni scorsi: “Le Centrali a Biogas sono strutture dal forte impatto paesaggistico – spiegano “I Grilli di Anzio” – che prevedono colate di cemento, parcheggi, capannoni, vasche, canali di scolo e aree di smistamento e questa centrale verrebbe costruita sul limitare di una zona boschiva vergine di Rilevanza Comunitaria (bosco della Spadellata) non che in prossimità di centri abitati. In queste centrali non vengono conferiti solo rifiuti umidi e sfalci come si pensa, ma una varietà impressionante di rifiuti tra cui anche i fanghi di depurazione delle acque reflue cittadine venendo a produrre come scarto del percolato che è considerato rifiuto speciale e per questo inquinante e costoso da smaltire Nonostante tutti i filtri e le precauzioni possibili l’area circostante (abitata) verrà investita da miasmi, ovvero cattivi odori. Tristemente note sono le vicende della Kiklos, dove si è venuto a costituire un comitato NoMiasmi proprio per l’esasperazione degli abitanti delle zone limitrofe alla centrale”.
“Sono alti i rischi a cui è esposto il personale che lavorerà per detto impianto – proseguono I Grilli di Anzio – ricordiamo sempre le tristi vicende degli operai morti ad Aprilia e i casi di intossicazione avvenuti in altri impianti, per non parlare dell’alto rischio di incendio ed esplosioni”.
A preoccupare i grillini anche la zona in cui sorgerà l’impianto che: “Era inclusa in un piano regolatore regionale che prevedeva il recupero in termini di vivibilità, sostenibilità e fruizione dei cittadini come la costruzione di parchi piste ciclabili e case. L’impianto in questione provocherebbe un calo a picco del valore immobiliare di tutto il quartiere di via delle Cinquemiglia”.
“E’ scientificamente dimostrato – concludono i Grilli di Anzio – che il processo di digestione non riesce ad uccidere tutti i batteri e le spore che si diffondono sia dai vapori emessi dall’impianto sia nel compost che viene venduto alle aziende agricole di zona. Infine come da pochissimo accaduto a Velletri è possibile pensare ad un’alterativa economicamente più vantaggiosa, ad impatto paesaggistico e ambientale 0: diffusione delle compostiere e creazione di punti di conferimento zonale come le compostiere di quartiere che risolverebbero il problema dell’umido e degli sfalci, mentre con appositi centri di riciclo e riuso a gestione comunale e posti di lavoro per i cittadini si risolverebbe il 70% dello smistamento e smaltimento delle altre tipologie di rifiuti”.