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Storie di cucina romana e racconti di vita vissuta nel libro “Rugantino racconta”

Venerdì 11 ottobre alle 20 verrà presentato il libro “Rugantino racconta”. La location non poteva che essere quella del ristorante Villa Rugantino di Anzio dato che l’autore dell’opera è Maurizio Brugiatelli titolare dello stesso. L’opera parla di cucina, ma non è il classico libro di ricette e amplia l’argomento principale anche con curiosità su alcuni piatti tipici romani, con poesie e racconti di vita vissuta. L’inizio è dedicato al racconto della cucina romana e di come si sia evoluta nel tempo, visto che fino al ‘900 piatti definiti “colonne” dall’autore come la carbonara o l’amatriciana non esistevano e venivano preferite più le minestre, al punto da definire proprio “minestrari” gli stessi romani. Uno dei piatti che viene raccontato in particolar modo è quello della gricia da cui poi nascerà la stessa amatriciana. Nello specifico, la gricia, era la pasta che mangiavano i pastori durante la transumanza, ai quali bastavano guanciale, pecorino, una padella di ferro e ovviamente la pasta, per gustare un piatto “energetico”. E parlando proprio della pasta, l’autore racconta come questa sia nata in Magreb e non in Cina o Italia come comunemente si pensava.
Come scritto, l’opera si compone anche di poesie come quella del grande Aldo Fabrizi dedicata alla minestra, oppure quella scritta dall’autore e intitolata “Er centro de la Tera”.
Infine anche racconti di vita vissuta da Brugiatelli come ad esempio quello sul Natale, nel quale viene descritto come veniva vissuto questo periodo nella sua famiglia quando lui era bambino. Un periodo che in casa dell’autore arrivava già dopo il 2 novembre e che lo stesso descrive in compagnia dei suoi cugini e delle sue cugine a giocare a carte, o al Mercante in fiera, o a raccontare storie e nel quale sua nonna era solita cucinare molti fritti che lui e gli altri bambini di tanto in tanto rubacchiavano passando per la cucina. E guai se tra questi veniva preso il cotone perché si veniva derisi dagli altri. Insomma un libro che invece di leggere, si potrebbe dire – parafrasando la cucina – sia tutto da gustare.