Il luogotenente in congedo dei Carabinieri, Giovanni Giannattasio, ex comandante della stazione dell’Arma di Nettuno è tra i protagonisti del documentario “H24, poliziotti allo specchio” (all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=_0LQgpudcok il trailer del film). Un’opera che da una parte vuole raccontare che cosa significa essere un esponente delle forze dell’ordine, svelare i retroscena della quotidiana lotta al crimine, dall’altra sottolineare le mille problematiche che si vivono in posti di lavoro inevitabilmente stressanti. “Mentre noi stiamo in un posto c’è qualcuno che svolge il suo lavoro per permettere ad altri di sentirsi liberi e poter camminare, poter viaggiare e potersi muovere…” questo l’incipit raccontato dalla voce narrante che chiarisce le finalità di un’opera attualissima, in un periodo storico in cui le forze dell’ordine si trovano a dover affrontare sfide e problemi sempre nuovi, spesso con strumenti inadeguati e pochissime tutele. Giovanni Giannattasio, che sul campo ha lavorato per 38 anni, spiega che i problemi non mancavano neanche quando era lui a lavorare. “Non ci siamo mai fermati, neanche con pochi uomini e mezzi, davanti ad un rapinatore in fuga o a uno spacciatore. Quello che mi dispiace – sottolinea – è che nonostante le chiacchiere che fanno sulle condizioni delle forze dell’ordine denunciate nel lungometraggio, anche sul tema mobbing, non tutelato dai superiori, o anche sui casi di suicidi, dopo la proiezione del lungometraggio nessun sindacato della Polizia di Stato o appartenente ad Associazioni di Carabinieri si è presentato. Anche il Presidente Renzi, invitato il 27 dicembre al Festival del Cinema di Lecce, aveva riferito telefonicamente che non poteva per impegni, sappiamo quali, sciare sulla neve e pur se invitato a Roma nuovamente, non si è degnato di una telefonata di scuse non partecipando”. Quando le forze dell’ordine hanno proclamato lo stato di agitazione per il rinnovo del contratto, è stato proprio Giannattasio a fare presente in un intervento molto applaudito, che Renzi pretendeva le scuse dalle forze dell’Ordine senza evidentemente capire i problemi di una categoria ogni giorno a rischio. Resta il fatto che decidere di rappresentare la legge resta una missione prima ancora che un lavoro e che non permettere alle forze dell’ordine di svolgere il proprio lavoro al meglio, per difendere la sicurezza dei cittadini, è l’ingiustizia più grande.
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