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Andrea, da Anzio all’Africa: “Mi sono fatto un regalo: ho salvato dei bambini”

In giro per l'Europa circolano dei Tir carichi di cibo, con gigantografie di bambini africani e una scritta:

Andrea con la bimba che ha adottato a distanza nella missione Kigali solidale in Rwuanda
Andrea con i bambini di una missione di Italia solidale in Kenia

In giro per l’Europa circolano dei Tir carichi di cibo, con gigantografie di bambini africani e una scritta: “Salva un bambino, l’amore ti salverà”. Sono i camion dell’azienda di famiglia di Andrea Bova, manager 42enne, che ha adottato a distanza tre piccoli con Italia Solidale. 

Dare, ricevere, restituire amore

«Cerco anche di restituire quello che ricevo, se ricevi è giusto che ridai. Italia Solidale l’ho conosciuta leggendo un articolo del fondatore Padre Angelo Benolli sulla rivista Acqua&Sapone (edita dal giornale il Caffè, ndr), che parlava di queste speciali adozioni a distanza. Sono partito dalla Carità: per Natale 2010 io e la mia compagna abbiamo deciso di non farci i regali ma di ‘investire’ in un’adozione a distanza 300 euro l’anno. Poi ho iniziato a scoprire quel che c’è sotto», ci racconta Andrea, che quest’anno da Lavinio è andato a finire in Africa. Lì ha conosciuto Elizabeth, della missione “Kigali Solidale”, in Rwanda, una delle tre creature che ha adottato. Ha poi visitato due missioni del Kenya, in mezzo al deserto del Turkana, con Davide e Mara, volontari di Italia Solidale che accompagnano quei villaggi a gestire al meglio le risorse.

Una nuova cultura per vivere

«Tra queste risorse non c’è solo il prestito solidale», dice Andrea riferendosi alle donazioni che ciascuna comunità di cinque famiglie riceve nel proprio conto comunitario. Soldi da impiegare in attività lavorative, per poi restituirli a se stessi (senza interessi) e reinvestirli nel loro sviluppo ma pure per aiutare altri poveri. «In quei posti stanno arrivando contenuti fortissimi, veri, attraverso i libri di Padre Angelo – prosegue Andrea – grazie ai quali si risollevano». È quel che vediamo noi del Caffè quando andiamo nelle missioni di Italia Solidale: ogni famiglia, inoltre, adotta a distanza un bimbo in un’altra missione e fa fare altrettanto a qualcuno del posto.
«Laggiù, nel niente di quei villaggi dove non piove mai e la capra è l’unico animale che resiste, ho sentito la vita, la forza di quelle persone che grazie a questo movimento fanno passaggi di vita, recuperano la loro indipendenza come persone figlie di Dio, uniche, come è ogni persona ovunque nel mondo… la vera ricchezza non è quella che siamo abituati a pensare noi, ma la loro. Stanno uscendo da antichi condizionamenti, ad esempio la donna è considerata meno di una mucca, e finalmente gli uomini – cioè i papà dei bambini adottati a distanza – ora riescono a relazionarsi con le mogli, escono dall’alcolismo, abbandonano piaghe secolari come la poligamia. È fortissimo vederli che sperimentano le loro energie, sentirli parlare di Io Potenziale», racconta Andrea, citando uno dei cardini dei libri di Padre Benolli: l’Io Potenziale, cioè quel che ogni bambino è per creazione, senza disturbo alcuno, pieno d’amore e di forze sane, ordinate, indipendenti e creative.

Un aiuto per gli italiani

«Per me la religione era uno schema,  una ripetizione, ma ora sto ritrovando Dio come Padre. Una grande opportunità è la Scuola di sviluppo di vita e missione con Padre Angelo a Roma – aggiunge Andrea – dove sto scoprendo, in chiave scientifica e di fede, un’esperienza vera che salva me e la mia famiglia. È una realtà che sì, salva i bambini, ma che può dare una mano a tutti». Perciò Andrea si incontra a Casal Palocco con altre persone che non solo aiutano i bambini con l’adozione a distanza, ma hanno intrapreso un cammino personale. «Adesso stiamo leggendo “Uscire da ogni inganno” (uno dei libri di Padre Benolli, ndr), che ci dà luce sulla nostra storia, e poi condividiamo. A me sta dando molta positività tutto questo… non è una magia, non è “una bella esperienza”: è un lavoro quotidiano. Devi pedalare altrimenti la lampadina non si accende», precisa il nostro amico. E come lui, oltre due milioni di persone, qui e nel sud del mondo stanno pedalando, accendendo tante lampadine con Italia Solidale. Intanto i camion di Andrea, per l’Europa, suggeriscono una strada semplice e concreta per essere vivi: “Salva un bambino, l’amore ti salverà”.

(per gentile concessione di Francesco Buda)