Home Cultura e Spettacolo La Spiritualità in Asia e India protagonista in Mostra al Forte Sangallo

La Spiritualità in Asia e India protagonista in Mostra al Forte Sangallo

Si parlerà dell’India per un po’ di giorni. E non solo ne parleremo: la visiteremo, la curioseremo, la esploreremo, ne sentiremo il fascino e l’incanto

L’INDIA AL FORTE SANGALLO dal 26 settembre al 1 ottobre.

INDIA, UN CALENDOSCOPIO!

Si parlerà dell’India per un po’ di giorni. E non solo ne parleremo: la visiteremo, la curioseremo, la esploreremo, ne sentiremo il fascino e l’incanto, ne sentiremo gli odori, la musica, il canto, anche se non potremo evitare di confrontarci con le sue tradizionali contraddizioni tra benessere e infelicità, tra ansia di libertà e oppressione, tra spiritualità e quella miseria umana che vi sbatte addosso sulla faccia non appena vi troviate ad attraversare, per esempio, Bombay o Madras nei suoi quartieri e nei suoi angoli più critici (tanto per dirne una). Certo non potremo gustarci quella straordinaria lingua dai mille e più dialetti (nessuno al mondo forse ne possiede tanti) e ciò soltanto perché è una lingua difficile, mai esportata al di fuori dei suoi confini.

IL “BRITISH INDIAN”, CHE MAGIA!

In compenso però ci “godremo” quel fascinoso e unico “british indian”, parlato con quella lingua arrotolata che solo la gente d’India riesce a “masticare” e che, con la sua cantilena, sembra il canto di un bambino. Mondo di misteri, di stranezze, di colori, un vero e proprio calendoscopio. Quel che so con certezza è che tutte le volte che sono stato in India, me ne sono poi partito sempre ammaliato tra strane e non sempre facilmente descrivibili suggestioni, ma anche sollevato dal peso di certe immagini e da certi ricordi. Non chiedetemi perché, per favore. Non avrei una risposta seria da darvi.

IL GRANDE VIAGGIO”

Come mai, in questa fine di settembre, tanta India, tutta assieme, al Forte Sangallo e al Simposio di Lavinio, così tutto d’un colpo? Un mostra fotografica, tanti ospiti che girano (ne sono sicuro), oratori più o meno improvvisati che “tengono cattedra” parlando chi, appunto, dei contrasti tra la sua spiritualità e la sua modernità, chi degli Upanisad e dei Veda (praticamente i contenuti fondamentali della loro filosofia), chi ancora sull’influsso straordinario che la cultura di quel paese ha avuto nella musica del ‘900, chi infine ci intratterrà raccontandoci un po’ la storia di quelle tormentate terre sempre sballottate tra un padrone e l’altro. Come mai tanta India tutta d’un tratto? La risposta è semplice, anzi più che una risposta si tratta di una provocazione. Dal Nord è scesa per noi Valentina. Chi è Valentina? Beh, ve lo dico subito. Ufficialmente una turista appassionata di viaggi, una che prende l’aereo (e non certo una volta sola), la macchina fotografica, quattro stracci e si mette in moto per un “grande viaggio”. Ah, dimenticavo anche carta e matita, perché, alla stregua degli antichi viaggiatori, le sue sensazioni, le sue scoperte, i suoi entusiasmi e le sue delusioni, beh, tutto questo Valentina lo vuole mettere per iscritto per averlo per sé (e per gli amici) come testimonianza e crescita della sua conoscenza e della sua consapevolezza sul Mondo. E, naturalmente, lo vuole poi condividere con noi. Eccovi spiegato in due parole il richiamo del Forte Sangallo di fine settembre.

AL FORTE SANGALLO, DUNQUE!

Valentina turista, dunque? Vi ho detto una sciocchezza. Lei stessa rifiuta questo epiteto, come si può non raramente riscontrare sul suo libretto (ingiusto diminutivo, questo!)” La mia Asia”. Qualcuno potrebbe dire che il titolo fa il verso al più celebre romanzo “La mia Africa” di Karen Blixen. Ed è verissimo. Come è vero che, al pari di quello, rivela la mano di una scrittrice che non comunica fatti, ma moti del cuore. Il libretto di Valentina è più che altro una raccolta di appunti che sembrano scritti da un appassionato viaggiatore dell’Ottocento, quando era di moda intraprendere il “Grande Viaggio” per meglio conoscere il mondo. E infatti di viaggiatrice si tratta, come lei stessa ama definirsi, distinguendosi, e non per snobbismo, dagli ordinari turisti della nostra contemporaneità. Anzi, vi dirò di più: non di turista, di certo, e forse neanche di una viaggiatrice, come lei stessa dice. Infatti scorrendo le pagine si scopre di essere davanti ad un esploratore (esploratrice, fate voi) che curiosa senza pace, scruta, indaga, che vuol capire, sentire, percepire, condividere (non sempre però), tutto quello che va rivelandosi ai suoi occhi e al suo cuore. Dunque, tutti al Forte Sangallo dal 26 settembre!