Presentati questo pomeriggio all’interno della sala consiliare Centini del comune di Nettuno gli eventi organizzati per le celebrazioni del 73 anniversario di quello che, sui libri di storia, è chiamato Sbarco di Anzio, anche se, come è noto, non mancano le precisazioni e le polemiche su questa denominazione. Diversi gli interventi delle varie parti in causa nella considerevole macchina organizzativa messa in piedi.
Il sindaco di Nettuno, Angelo Casto, aprendo il discorso davanti ad un gruppo di studenti, ha messo l’accento su quanto sia importante la memoria, che si acquisisce studiando, ma non a memoria. Un apparente bisticcio di parole, ma che vuole fare riflettere sull’importanza dello sviluppo del senso critico anche quando si studia. “Non dovete rincorrere solo il bel voto. Certo, quello gratifica e ha la sua utilità, ma in primo luogo lo studio e la conoscenza vi devono rendere liberi, questo è il vero obbiettivo“.
A dare manforte, su questo versante, il comandante della Polizia Locale, Antonio Arancio, che affronta la questione su un lato più sociologico, abbandonando anch’egli la retorica di una rievocazione dei fatti condotta in modo sterile, cercando invece di ribaltare sul presente gli insegnamenti della storia: “La guerra nasce dai pregiudizi, dall’etnocentrismo, dall’egoismo e dal razzismo. Dobbiamo saper riconoscere gli elementi comuni alle prima e alla seconda guerra mondiale e saperli utilmente rapportare con la terza guerra mondiale, quella in corso, che si combatte con modalità differenti ma che ha in nuce gli stessi ingredienti. Stiamo vivendo un periodo storico che ci dà dei segnali forti, da non sottovalutare. La memoria, dunque, ci deve aiutare a rileggere il presente e a muoverci di conseguenza. Democrazia e libertà sono le uniche armi per combattere”.
“Lo sbarco sul nostro litorale – spiega l’assessora allo Sport, Turismo e Spettacolo del Comune di Nettuno Simona Sanetti – è stato uno degli eventi più significativi del passato e della storia nazionale. Noi oggi abbiamo il dovere di mantenere viva la memoria di coloro che hanno creduto nella libertà e dato la vita per il nostro Paese e abbiamo il dovere di trasmettere il sapere e i valori delle democrazia tra le generazioni. Dobbiamo celebrare con orgoglio e fierezza questo momento di consapevolezza storica della nostra città”.
“La nostra non è rievocazione pura, noi vogliamo combattere la mancanza di memoria, soprattutto tra i giovani, che sono coloro che hanno in mano il nostro futuro e che devono lottare per mantenere la pace” hanno detto i rievocatori storici della WW2. “Siamo in 140, l’85% delle divise che utilizziamo è originale e nella parata del 22 gennaio marceremo con 42 mezzi originali dell’epoca”.
(di Daniele Mancin)
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