I “Musei in Piazza – in festa ad Anzio”, nascono da un’idea del Museo Civico Archeologico di Anzio , e sono giunti alla X Edizione. E’ un progetto che vede tanti musei, di tante città, riuniti in piazza. Le persone passeggiando, in una unica soluzione, potranno conoscere realtà, a volte anche molto lontane tra loro… L’idea è quella di offrire, agli abitanti del luogo, un prodotto culturale di livello, all’insegna del risparmio e della valorizzazioni delle relazioni umane e del patrimonio umano, archeologico/artistico/ambientale del territorio. Camminando si impara, si parla, si colgono buone opportunità… E tante altre cose ancora.
Da qualche anno il Museo civico ha cominciato a viaggiare trasferendosi fisicamente all’esterno della sua sede istituzionale. Pur mantenendo il rigore organizzativo di sempre, il Museo ha abbandonato l’habitus dell’ autoreferenzialità per avviare un dialogo vis à vis con comunità locale. Il Museo dunque si interroga ed interroga i cittadini sulla nuova mission. Uscire dall’ambito dell’autoreferenzialità e mettersi al servizio e in ascolto del territorio, per il Museo rappresenta un’assunzione di responsabilità pubblica, in quanto lo induce ad aprirsi ed innovarsi. Il Museo, inoltre, da tempo ha intrapreso un percorso mirato alla sensibilizzazione e alla formazione sui temi che interpretano il Museo quale luogo della socialità, dell’incontro e dell’ascolto del pubblico.
Il Museo, dunque, come servizio sociale a valenza culturale
«Il museo quale sistema chiuso atto alla sola conservazione dei beni è ormai da tempo sostituito da un museo a sistema aperto organizzatore di strumenti di crescita sociale e di servizi mirati alla restituzione, in termini collettivi, delle risorse impiegate in forma di occasioni capaci di concorrere al miglioramento della qualità sociale del territorio nel quale risiede. In questa chiave si colloca il ruolo strategico della qualità dei servizi del museo, che consente di individuare strumenti concreti per una lettura non solo dell’efficacia dei processi di comunicazione dei musei, (allestimenti, tecniche di informazione, etc…) ma anche di dotarsi di elementi utili a sviluppare una pratica organizzativa orientata alla gestione del risultato e a una valutazione dei relativi obiettivi di qualità». (Alessandro Bollo).
Scrive Paul Valéry “Bisogna che i monumenti cantino”. È necessario che essi generino un vocabolario creino una relazione contribuiscano a creare una società civile la memoria storica non è un fondo immobile in grado di comunicare comunque bisogna sapere come farla riaffiorare va continuamente rinarrata perché se il patrimonio storico culturale non entra in relazione con la gente declinando linguaggi diversi e parlando a tutti rischia di morire incapace di trasmettere senso e identità a una comunità…