Il ‘Teatro Vitale’ è l’espressione che – come sottolinea Cesare Palumbo – “racchiude l’idea dell’impossibilità della morte dell’arte, di quello spirito che alimenta la vita creativa di ogni essere umano”.
E sotto questo vento di creatività la compagnia teatrale “Teatro Vitale” si esibirà al cinema teatro Moderno di Anzio che accoglie quest’ultima opera teatrale di Cesare Palumbo, lo spettacolo comico satirico dal titolo “…Piuttosto me ne vado”, la cui esibizione è fissata a mercoledì 27 aprile alle 21.
Il protagonista, di estrazione partenopea, presenta un personaggio che analizza da anni, e fino ad oggi, gli avvicendamenti della ‘condizione umana’ dell’italiano, e dell’uomo in generale, del suo rapporto con la società e con lo Stato, attraverso le relazioni sociali e istituzionali, presentando una furia dettata dal desiderio di giustizia, accompagnato da sentimentalismo e amorevolezza.
L’alternativa alla ricerca elaborata della comicità è proprio il personaggio dell’analfabeta meridionale, scopino e venditore ambulante abusivo, che sa proporre uno scenario satirico che fa da sfondo alla riflessione sulla nostra società.
E’ un itinerario iniziato dall’autore anni orsono, attraverso l’approfondimento di alcuni classici del teatro napoletano, per giungere fino ad oggi a questo lavoro, anche di prossima pubblicazione bibliografica.
‘…Piuttosto me ne vado’ è un titolo che annuncia l’idea di un ricatto e, al contempo, di un rimedio, è la chiave di lettura che spiega la conseguenza delle assenze delle istituzioni, il desiderio di avere autorità giuste, eque, in una società che sembra abbandonata a se stessa, senza più riferimenti culturali e autorevoli. “E’ un’invocazione alle istituzioni ingiuste – sottolinea il Prof. Cesare Palumbo –, a che aprano al dialogo e alla vita, invece che presentare la morte della vita attraverso la giustificazione della legge e delle forme legali, come lo stesso Pirandello già sottolineava”. I tanti decenni di insegnamento e di dedizione all’arte e al teatro hanno consentito all’autore di riconfermare la teatralità della vita, il ‘Teatro Vitale’, appunto.
‘…Piuttosto me ne vado”, è rappresentata, oltre che dall’autore, da Antonietta Betti, Gilda Miconi, Patrizia Mezzogori e Andrea Salerno, e condito da balletti firmati dalle coreografie di Lilia Retrosi della Dance Point di Nettuno.
Attraverso la provocazione innata, la saggia dissacrazione ed improvvisati espedienti, il protagonista mette in atto una serie di peripezie per sfuggire alle incombenze dello Stato, rappresentato da forze dell’ordine ed esattori che pretendono il rispetto della legge senza alcuna giustizia.
Sono messe a confronto legalità e giustizia, due facce della stessa medaglia, che se non attraversate da un senso di umanità finiscono per uccidere l’uomo che ha creato la legge e, al contempo, desidera il giusto.
I meccanismi sbagliati dell’ingiustizia delle leggi e della società si ripercuotono sempre sui più deboli, come il protagonista, sui quali gravano le pressioni dello Stato, e nonostante lo scatenarsi di queste ingiustizie lo stesso evidenzia che spesso è proprio il più debole a non perdere i valori morali, dalla speranza alla fiducia nel cambiamento in meglio, volgendo l’attenzione alla solidarietà umana e alla genuinità dell’individuo libero, come ‘si nasce’.
Il protagonista incontra in questo itinerario personaggi che rappresentano lo Stato, nelle sue forme di imposizione fiscale a danno dei cittadini, le caste delle istituzioni, le corporazioni, la corruzione, le tangenti, che il protagonista definisce “mafia legale”, e si rapporta a loro provocando, parafrasando, metaforizzando in chiave ironica le imposizioni saccenti da essi rappresentate, fino a stimolare la loro esasperazione ed irritazione distogliendoli dalla motivazione per cui si era reso necessario il loro intervento.
Con l’arguzia e le congetture del protagonista lo spettacolo si avvia alla conclusione con un comico stravolgimento dei ruoli, facendo in modo che le funzioni dello Stato si rimettano al servizio del cittadino e non sempre il contrario, riecheggiando quel desiderio di giustizia qui, su questo mondo, che, con rispetto per l’altro, è un po’ quel sentimento comune che accompagna ogni individuo.
Come si legge in www.teatrovitale.it, sotto il nome di numerose compagnie teatrali succedutesi nel tempo, quali “Il Borgo”, “Neptunia Felix”, la “Bifora” ed altre ancora, l’associazione culturale, dal 2006 denominata Associazione Culturale e Artistica “Centro Studi Nicolina Vitale”, opera prevalentemente sul territorio dove nasce, Nettuno, ma anche Anzio, Roma e Italia meridionale con la messa in scena di spettacoli di prosa per lo più in dialetto napoletano.
Numerosi e continui sono i laboratori teatrali organizzati dall’associazione medesima, sin dai tempi della sua costituzione, e nei decenni precedenti, aperti alla città e al mondo dei giovani in particolare, alcuni dei quali raggiungono anche un successo nazionale. “E’ in piedi – continua Cesare Palumbo – un grande progetto per i giovani del nostro territorio, artisti di tutti i generi, affinchè siano dotati di un loro spazio pubblico per le prove e le esibizioni, una palestra culturale formativa di proprietà pubblica, che nasce dall’amore e dal desiderio di persone, e anche di chi oggi non è più tra noi, e che diventerà patrimonio incondizionato dei giovani e della cultura, che sono liberi ed ‘impadroneggiabili’ ”.