Non si ferma la battaglia dei malati di sindrome fibromialgica per vedere questa malattia riconosciuta come cronica e invalidante. Una di queste combattenti è Pietrina Oggianu, anche lei affetta da questa “invisibile” malattia che troppe volte l’ha bloccata a letto in preda ai dolori. Pietrina, però, non si è lasciata sopraffare dalla fibromialgia, anzi ha voluto raccontare la sua vita e dal bisogno di dar voce al suo dolore ne è nato il romanzo “Avrei voluto urlare”. Libro scritto totalmente dal letto con un unico obbiettivo: raccontare una malattia che non si può vedere.
La fibromialgia è una patologia caratterizzata da dolori muscolari diffusi e affaticamento, rigidità, problemi di insonnia, di memoria e alterazioni dell’umore. Attualmente non esiste una vera cura per questo problema i pazienti che ne sono affetti possono solo essere aiutati ad alleviare i sintomi, ma non a liberarsene.
Pietrina si è fatta un’incredibile forza e ha iniziato a portare il suo libro in tutta Italia per fare conoscere la sua condizione e quella di milioni di affetti di fibromialgia. Lavora ogni giorno con la Odv “Comitato Fibriomialgici Uniti” (CFU) Italia, di cui è volontaria, socia e collaboratrice, per dare dignità a chi vive in questa condizione.
Il suo impegno ed il suo libro la stanno portando in tutto il paese a raccontarsi, come è successo a Forlì lo scorso 31 ottobre, dove al convegno “Una vita con fibromialgia” ha potuto ricordare il suo importante messaggio per sensibilizzare su questa tematica.
Il prossimo appuntamento sarà il 21 novembre a Milano, evento organizzato con Bookcity Milano, dove Pietrina tornerà a parlare del suo libro con Barbara Racchetti, moderatrice dell’evento alla Casa delle Associazioni e del Volontariato Municipio 6. Poi, sarà, poi, il 30 novembre a Perugia dove incontrerà Milena Zuccari, referente Cfu Umbria per l’evento “Vita con fibromialgia”. Nonostante una malattia debilitante, che per troppo tempo l’ha costretta a letto, Pietrina non si ferma e vuole continuare a portare la sua testimonianza, per far conoscere la condizione di dolore di milioni di persone, in tutte le grandi città italiane.