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Comitato No Miasmi: “L’impianto Kyklos non è a norma non si può ampliare”

Le porte dell'impianto Kyklos aperte per tutto il giorno

Il Comitato “No Miasmi e Difesa del Territorio dall’Inquinamento Ambientale torna ad accendere i riflettori sullo stabilimento di compostaggio Acea Ambiente Aprilia (ex Kyklos) che ha, in questi mesi estivi, “provocato gravi fastidi alla cittadinanza e sono state numerose le giornate e le intere notti trascorse da centinaia di persone esposte a disturbi odorigeni pesanti e alla presenza costante di sciami di mosche”. “Una situazione di forte stress nel periodo dell’anno di ferie e di godimento delle proprie case, una esposizione continuata all’inquinamento non solo olfattivo”, fa sapere il Comitato.

A fronte delle continue proteste degli abitanti delle zone limitrofe (interi quartieri di Nettuno, oltre alle Ferriere di Aprilia), nel mese di luglio la Procura ha fatto ridurre del 50% l’ingresso della frazione umida, che in estate presenta un picco, ma nemmeno questo provvedimento ha reso la situazione sopportabile. L’abbattimento della produzione del 50% non si è rivelata sufficiente in questa estate torrida: “appare doveroso da parte delle Autorità ridurre ancora di più e velocemente la produzione della ex-Kyklos, per consentire a tanti cittadini una vita familiare e lavorativa degna di questo nome”, tuona il “No Miasmi”.

L’Impianto è sotto sequestro da parte dell’Autorità Giudiziaria dall’ottobre 2017. Nonostante nel sequestro preventivo d’urgenza firmato dal Pm di Latina fossero accertate le responsabilità da parte della proprietà, Acea è stata via via autorizzata a riprendere la produzione di compost, ostentando interventi di manutenzione volti a risolvere l’annoso problema.

Negli stessi giorni del mese di luglio – in occasione di un sopralluogo dell’Arpa e dei Carabinieri della Forestale di Latina – sono stati riscontrati a valle del biofiltro (ovvero il sistema di abbattimento degli odori molesti) valori “significativamente diversi da quelli rilevati dagli autocontrolli Acea e comunque non in linea con le direttive di legge e sono anche stati rinvenuti materiali che nulla hanno a che fare con il processo di depurazione, quali plastiche, microplastiche, pietre”, precisa il comitato. I verbali del sopralluogo mettono in luce quella che il Comitato “No Miasmi” ha sempre indicato come una “discutibile gestione dell’Impianto, visti i tanti problemi che genera”. Altri sopralluoghi si sono tenuti anche nelle scorse settimane, sempre di concerto con il NIPAAF e presente il Custode Giudiziario dell’Impianto Lorenzo Palmerini.

Con ogni probabilità, le “migliori tecnologie impiegate” vantate in più riprese da Acea non sono in grado di assicurare il buon funzionamento dell’Impianto. Sono anni, inoltre, che il Comitato “No Miasmi” chiede a gran voce l’integrale sostituzione del biofiltro incriminato e l’adozione di altri sistemi e procedure di lavorazione utili a risolvere una volta per tutte il problema degli odori nauseabondi.

“Tutto ciò che sinora Acea ha implementato nello stabilimento non è servito”, precisano i volontari “No Miasmi”. “Il progetto dell’Impianto di per sé non era comunque compatibile con la sua localizzazione, in mezzo alle case e vicino a centri abitati, Case di cura e aziende agricole e commerciali. Molti esponenti del Comitato “No Miasmi” sono impegnati in prima persona anche nella causa penale, istruita dall’Avv. Luigi Pescuma, che si inscrive nel procedimento della Procura di Latina, seguito ora dal Pm Dott. Andrea D’angeli, subentrato nell’incarico alla Dott.ssa Luigia Spinelli”.

Sta per essere realizzato un nuovo impianto, ovvero il raddoppio della capacità di produzione di “ammendante” (120.000 ton/anno) mediante una centrale di cogenerazione biogas che potrebbe risultare molto impattante per la popolazione.

Una delle iniziative del Comitato è stata il ricorso straordinario al Consiglio di Stato promosso nel 2015 e finanziato con il generoso supporto di tanti cittadini di Nettuno e di Aprilia e seguito dall’Avv. Carlo Bassoli con la consulenza di tecnici. L’iter è alle sue battute conclusive: sono state inviate le controdeduzioni del Comitato, ultimo atto per il richiesto annullamento dell’autorizzazione AIA rilasciata dalla Regione Lazio nel 2015 per la costruzione della biogas. Il Comitato “No Miasmi” è impegnato da mesi anche su un altro argomento: la discussione che proprio alla Regione Lazio si affronta per il riesame della suddetta AIA del 2015. Si è in attesa di partecipare anche alla prossima Conferenza dei Servizi, nella quale verrà presentata altra documentazione che dimostra – se ancora ce ne fosse bisogno – che l’Impianto Acea delle Ferriere presenta oggi e presenterebbe anche in futuro criticità di inquinamento ambientale non sostenibili per l’intera comunità che vive nei pressi dello Stabilimento, e preesistente ad esso.