E’ stato presentato ieri mattina a Roma il rapporto “Mafie nel Lazio” da cui emerge un quadro preoccupante delle condizioni in cui versa la legalità sul territorio, compresi i comuni di Anzio e Nettuno, che si confermano piazza di primo piano per la delinquenza organizzata. Secondo l’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio sul territorio, attualmente, sono in attività 88 clan mafiosi mentre nel 2008 erano 60. Nel rapporto oltre a Latina, ad Anzio, Nettuno ed Ardea viene citata anche Aprilia: in particolare la Direzione Nazionale Antimafia riferisce delle indagini della Dda di Brescia relativa ad un’organizzazione che riforniva di droga il nord Italia tramite un sodalizio stanziato nel Lazio. La città di Aprilia (quinto Comune del Lazio per abitanti) ha una presenza storica delle organizzazioni criminali, le sentenze passate in giudicato nei confronti di Pasquale Noviello + altri per i delitti di associazione a delinquere di stampo camorristico, estorsione, tentato omicidio aggravato dalle modalità mafiose segnalano il radicamento del clan dei casalesi in tale realtà oltre che a Nettuno ed Anzio.
Da segnalare, ancora, le significative misure di prevenzione patrimoniale e personale eseguite nel 2013 nel territorio a carico di 4 soggetti, 3 di origine calabrese ed uno siciliano da tempo radicati ad Aprilia. Nei confronti di questi soggetti sono stati sequestrati beni per complessivi 35 milioni di euro. Si tratta della famiglia calabrese Gangemi, con rapporti con il clan De Stefano con imponenti interessi economici e numerose attività nella città pontina, e del noto pregiudicato siciliano Enrico Paniccia. “La pericolosità sociale del Paniccia emerge in maniera incontrovertibile non solo dai gravi precedenti penali di cui al certificato penale (cfr. condanne del Tribunale di Latina del 1996 e del Tribunale di Velletri del 1997 relativamente ai reati di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti e associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti) ma anche dalle numerosissime vicende criminali di cui lo stesso risulta essere stato protagonista sin dal 1973 e fino al 2009 per reati di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, associazione a delinquere e usura”. Nel contesto di Aprilia è presente, infine, un’agguerrita criminalità organizzata locale ascrivibile ai fratelli Nino e Michele Montenero operativi da decenni nel traffico di droga internazionale.
Già nel 2006 la Direzione Nazionale Antimafia rilevava: “Sempre più evidente risulta la diffusione della criminalità nelle zone di Aprilia, Anzio e Nettuno in cui le radicate presenze di soggetti appartenenti a gruppi criminali di origine meridionale hanno rappresentato un fattore importante nella crescita della capacità criminale di aggregazioni locali dedite alle estorsioni e al traffico internazionale di sostanze stupefacenti”. E non si possono dimenticare, in questo quadro, le intimidazioni a colpi di pistola a diversi amministratori locali o le vicende di Mafia capitale.