Home Cronaca Ingiunzione di pagamento ai pescatori di Nettuno, il giudice boccia il Comune

Ingiunzione di pagamento ai pescatori di Nettuno, il giudice boccia il Comune

E' stato l'avvocato Mauro Frezza a difendere l'Associazione pescatori professionali di Nettuno che sono entrati in contesa con l'Amministrazione comunale durante la giunta guidata dall'ex Sindaco Angelo Casto. 

Il porto Marina di Nettuno

E’ stato l’avvocato Mauro Frezza a difendere l’Associazione pescatori professionali di Nettuno che sono entrati in contesa con l’Amministrazione comunale durante la giunta guidata dall’ex Sindaco Angelo Casto.

I pescatori si sono opposti, per vie legali, all’ingiunzione di pagamento presentata dal Comune di Nettuno che chiedeva il canone di pagamento per l’utilizzo delle banchine P e Q relativamente ai 36 poti riservati ai pescatori. Il giudice del Tribunale di Velletri, nella sentenza a favore del pescatori, ha fatto rilevare che il Comune non ha titolo per chiedere canoni, poiché non risulta presente nessun atto concessori del comune. Dagli atti risulta invece che il Comune abbia stipulato con la Impregilo, la società che ha realizzato la Marina di Nettuno, una convenzione per la realizzazione della Marina  e che, con una delibera di consiglio comunale del 1986 si stabiliva che al comune veniva assegnato in uso la darsena relativa alle banchine P e Q “con il fine di soddisfare le esigenze della pesca locale” per almeno 36 posti. Con un successivo Regolamento di uso di dette banchine, emanato proprio dal comune di Nettuno, si stabiliva che i pescatori hanno diritto all’ormeggio previo presentazione della documentazione che giustifica la loro qualifica (libretto di navigazione, permesso di pesca e quant’altro) fino al 36esimo posto. Nessun canone veniva stabilito per l’utilizzo e si rimandava ad un accordo con la Marina per il pagamento delle utenze. Non solo, il posto riservato ai pescatori è stato confermato con la convenzione di ampliamento del Porto, nel 2006 e, nel 1987 l’Ufficio Compartimento Marittimo di Roma, ha ratificato il regolamento della Marina con cui si stabilisce in via definitiva che nessun canone è dovuto dai pescatori al Comune che dovranno solo pagare le utenze alla Marina. Non solo. Il giudice richiama anche una Circolare del Ministero delle Infrastrutture che specifica con chiarezza che “nessun canone di ormeggio può essere imposto a chi esercita la pesca in maniera professionale”.

“Il provvedimento di ingiunzione di pagamento, emanato dal Dirigente dell’Area Economico finanziaria del Comune di Nettuno – si legge nella sentenza del Tribunale – è un atto che va ad incidere sui diritti soggettivi dei destinatari ed è reso in contrasto con i medesimi atti emanati dal Comune stesso”. In somma un vero e proprio autogol del Comune e dell’Amministrazione che ha avviato il procedimento, che è stata condannata anche a pagare le spese di giudizio, pari a circa 1400 euro. Non è un mistero per nessuno che il Comune abbia inserito in più di un bilancio la vendita delle banchine P e Q, vendita che con chiarezza il giudice ora fa capire non sia possibile. Infatti, confermando la convenzione “fino alla fine della concessione alla Marina”, fissata per il momento al 2061, conferma anche che per tutto il periodo, fino all’ultimo giorno, i pescatori professionali avranno diritto di occupare 36 posti senza sostenere alcun costo. Finisce quindi un ‘incubo’ per i pescatori di Nettuno, che più volte, ci raccontano, avevano visto arrivare l’ex Sindaco Casto al Porto con il Dirigente dell’Area economica che aveva annunciato loro ‘che dovevano andare via’. Il giudice chiamato a dirimere la controversia ha stabilito che a prevalere sono le ragioni dei pescatori.