Nei giorni scorsi è stato celebrato un matrimonio presso lo stabilimento balneare Belvedere di Nettuno. Uno splendido allestimento sulla spiaggia, una sposa in bianco, una celebrante con la fascia tricolore e tanti invitati per quella che è certamente stata una serata splendida e indimenticabile. Peccato però che alla fine della festa i due sposi non si possano per nessun motivo definire marito e moglie. Un finto matrimonio quindi, senza alcun valore legale. Almeno per il Comune di Nettuno e per la legge italiana. La ‘mise in scene’ infatti ha un valore esclusivamente teatrale e non compare in alcun registro anagrafico. L’amministrazione comunale di Nettuno, informata dei fatti, ha avviato un iter per verificare se questo genere di cerimonie siano lecite oppure se ci siano implicazioni di illegittimità. Le domande a cui si vuole dare risposa sono diverse. E’ possibile che gli sposi non sappiano che la cerimonia non ha valore legale? E’ possibile che con cerimonie di questo tipo si instilli in qualcuno la falsa convinzione che si stia davvero realizzando un matrimonio? Che ci possano essere motivi terzi per la messa in scena? Per quale motivo il celebrante, se è chiaro per tutti che si tratta di una messa in scena, portava una fascia tricolore come quella dei Sindaci o pubblici officiali che celebrano cerimonie validissime? L’amministrazione comunale ha quindi convocato negli uffici del Comune il gestore dello Stabilimento, per acquisire informazioni sulla cerimonia e su quanto avvenuto e per accertare se tutte le parti in causa fossero a conoscenza del valore esclusivamente simbolico del matrimonio. In tempi come quelli attuali, sono diversi gli scenari da valutare per capire se la cerimonia possa avere avuto finalità non del tutto limpide. La situazione dovrà necessariamente essere approfondita.