La Kyklos, l’impianto di stoccaggio di Aprilia in cui lo scorso anno due trasportatori sono deceduti a causa delle esalazioni di ammoniaca, porta in Tribunale la Provincia di Latina e l’Arpa Lazio. La Kyklos si oppone alla diffida emessa nel mese di dicembre dall’ente di via Costa, che sottolineava come nella struttura venissero mescolati irregolarmente rifiuti liquidi che non avrebbero dovuto essere tossici e invece lo furono (portando alla morte dei lavoratori Fabio Lisei e Roberto Papini, avvenuta il 28 luglio scorso anno) e imponeva un’immediata messa a norma. Le analisi disposte dal Tribunale sul liquido mortale inalato dai due operai, evidenziò una situazione di serio pericolo. Il sostituto procuratore Luigia Spinelli fece sequestrare lo stabilimento (cinque gli indagati per le due morti) e dispose una serie di accertamenti tecnici. Dalla diffida emessa dalla Provincia nei confronti della Kyklos emerge però che sospetti sulla gestione dell’impianto, autorizzato nel 2009, già erano stati avanzati dall’Arpa Lazio, dopo un sopralluogo compiuto a fine maggio di quest’anno. Tra i rilievi mossi dai tecnici quello sul mancato rispetto di “tempi e modi di gestione e lavorazione del materiale nelle diverse aree interne al capannone”. Diverse irregolarità erano state individuate nell’impianto gestito da Acea anche dai carabinieri del Noe di Roma all’indomani della tragedia. La Provincia, ha quindi emesso una diffida per imporre ai vertici dell’impianto di risolvere il problema in sette giorni. La Kyklos ha presentato ricorso ma, se non dovesse correre ai ripari ed adeguarsi alle indicazioni dell’ente corre il serio rischio di vedersi revocare l’autorizzazione a lavorare.