Per oltre cinque mesi, grazie a delle certificazioni mediche che attestavano uno stato di depressione, panico, attacchi di ansia e tachicardia un medico chirurgo specializzato in ortopedia non si è presentato al posto di lavoro da dirigente che avrebbe dovuto occupare nell’ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno. A quanto pare, tuttavia, queste precarie condizioni di salute, non erano tali da tenerlo lontano anche dalla casa di cura Pio XI, dove invece lavorava, continuando a percepire anche lo stipendio di dipendente pubblico della Asl Roma h di Albano. Nella giornata di ieri, quindi, il medico è stato rinviato a giudizio con l’accusa di truffa ai danni dello Stato e falso. Le funzioni di ortopedico che svolgeva nella clinica dei Castelli le avrebbe dovute svolgere sull’ospedale del Litorale che invece è rimasto scoperto dal servizio. Le indagini sulla truffa, svolte dall’Arma dei Carabinieri, sono partite grazie ad una segnalazione interna all’ospedale di Anzio e Nettuno che ha segnalato ai Nas le continue assenze del medico. I militari dell’Arma ci hanno messo pochissimo a scoprire l’inganno: il medico malato lavorava tranquillamente presso un’altra struttura sanitaria dello stesso presidio Asl. Ora resta da chiarire come l’uomo sia riuscito a convincere i medici che gli hanno rilasciato ben 11 certificati medici che attestavano la sua depressione, delle sue condizioni precarie, a fronte di una situazione legata alla sua salute, in realtà tutt’altro che critica.