Home Cronaca La Tartaruga marina salvata a Nettuno soccorsa dalla Rete TartaLazio

La Tartaruga marina salvata a Nettuno soccorsa dalla Rete TartaLazio

E' il dottor Luca Marini, Coordinatore della Rete TartaLazio, a chiare alcuni aspetti del salvataggio della splendida Tartaruga salvata da un cittadino sulla spiaggia del Poligono Militare di Nettuno

La bestiola con la zampa anteriore evidentemente ferita

E’ il dottor Luca Marini, Coordinatore della Rete TartaLazio, a chiare alcuni aspetti del salvataggio della splendida Tartaruga salvata da un cittadino sulla spiaggia del Poligono Militare di Nettuno e attualmente in cura in un centro specializzato di Portici a Napoli. Aspetti che svelano la creazione di una rete di tutela per gli animali marini, poco nota ai più.

“Tengo a puntualizzare – ci spiega il dottor Marini – che la tartaruga, nella giornata di domenica, è stata soccorsa e trasportata a Portici dal personale afferente alla Rete Regionale “TartaLazio”, e non dal personale del Poligono. Questa Rete, istituita dalla Regione Lazio è composta dal personale delle aree protette della Regione Lazio, delle Aree Marine Protette, del Parco Nazionale del Circeo e dai volontari di Sea Shephard. La Rete lavora in stretta connessione con il Centro di primo soccorso di Zoomarine e, appunto, con il Centro di Portici della Stazione Zoologica di Napoli Anthon Dohrn. Inoltre, agisce a stretto contatto con le Asl Veterinarie, Capitanerie di Porto e con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana, oltre che con il Nucleo Carabinieri/Forestale delle Saline di Tarquinia. Tra le varie attività che la Rete ha condotto recentemente c’è stata tutta la vicenda legata al monitoraggio del nido di tartaruga della scorsa estate a Marina d’Ardea, che voi certamente ricorderete. Mentre fino a pochi anni fa, le tartarughe spiaggiate venivano in massima parte abbandonate sulle spiagge e non esisteva alcuna struttura che effettuasse una sistematica di recupero e soccorso, solo nel 2017 la Rete ha  recuperato oltre 40 tartarughe, il 25% delle quali ancora in vita e trasportate alle strutture veterinarie competenti. Il funzionamento della rete conta quasi esclusivamente sulla buona volontà dei partecipanti che prestano un prezioso servizio nella tutela e conservazione di questi animali al mondo scientifico e veterinario. L’attività svolta in occasione di questo particolare spiaggiamento (dalla segnalazione al recupero ci sono volute meno di due ore ed al trasporto fino a Napoli, di domenica, in meno di 6 ore) ha dimostrato l’estrema efficienza ormai acquisita dalla rete: ci piacerebbe pertanto che a questo impegno venisse dato il giusto riconoscimento sugli organi di stampa, anche come il vostro, anche per facilitare le operazioni di segnalazione alle autorità, in modo tale da rendere più tempestivi gli interventi, soprattutto nei casi di animali vivi in difficoltà”.