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Maxi frode fiscale da 25 milioni con le autovetture, tre arresti ad Anzio e Nettuno

Maxi frode nel settore delle autovetture: accertata evasione fiscale per 25 milioni di euro. La Sezione Operativa Territoriale di Pomezia, sotto la Direzione della Procura della Repubblica

La sede della Guardia di finanza di Nettuno

Maxi frode nel settore delle autovetture: l’Agenzia delle dogane e dei Monopoli ha accertato evasione fiscale per 25 milioni di euro. La Sezione Operativa Territoriale di Pomezia, sotto la Direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, ha concluso una complessa attività investigativa che ha riguardato acquisti di autovetture da fornitori della UE e nazionali, in totale evasione dell’imposta sul valore aggiunto.

A seguito dell’articolata attività svolta, l’Autorità Giudiziaria ha emesso tre ordinanze di custodia cautelare domiciliare nei confronti dei due amministratori di fatto delle società coinvolte e di un noto commercialista della zona e un provvedimento di sequestro preventivo al fine di confisca obbligatoria per la somma di 6.800.000 euro nonché il sequestro preventivo delle targhe e dei documenti di circolazione di 268 autovetture.

Le ordinanze cautelari sono state eseguite dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Nettuno che ha proceduto anche ad effettuare perquisizioni domiciliari presso le residenze degli indagati sequestrando denaro e beni personali. 

I funzionari doganali hanno dato esecuzione all’ordinanza sia presso la Direzione Generale della Motorizzazione, con il sequestro di 268 targhe e relative carte di circolazione, sia presso tutti gli Istituti Bancari nei quali gli indagati sono risultati titolari di rapporti di c/c o di altra forma di disponibilità finanziaria.

L’organizzazione, con sede ad Anzio, disponeva di una società “vetrina” attraverso la quale le autovetture venivano ordinate e vendute e di alcune altre società “cartiere” che procedevano agli acquisti delle autovetture da fornitori UE e nazionali. Il tutto gestito all’interno di una sede, sconosciuta all’Amministrazione, dove è stata rinvenuta copiosa documentazione delle società coinvolte che sono state utilizzate nel tempo con la stessa funzione di cartiere. Il mancato assolvimento di imposta è avvenuto attraverso due principali metodologie di frode: emissione di false dichiarazioni d’intento, in mancanza dello status di esportatore autorizzato; utilizzo improprio della procedura di immatricolazione riservata ai privati per le autovetture acquistate nella UE tramite la produzione di una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, resa nei termini del D.P.R. n. 445/2000.