Home Cronaca Chiude il Laboratorio analisi ad Anzio, conseguenze immediate per i pazienti

Chiude il Laboratorio analisi ad Anzio, conseguenze immediate per i pazienti

Non sarà per nulla “indolore”, come il Direttore della Asl si è affrettato a spiegare ai Sindaci di Anzio e Nettuno che lo hanno contattato dopo le notizie di stampa,

L'Ospedale di Anzio

Non sarà per nulla “indolore”, come il Direttore della Asl si è affrettato a spiegare ai Sindaci di Anzio e Nettuno che lo hanno contattato dopo le notizie di stampa, la perdita del Laboratorio analisi da parte dell’Ospedale di Anzio e non solo. Ad essere coinvolta tutta la Asl Roma 6. E più in generale la riorganizzazione della Rete dei laboratori di analisi pubblici è destinata ad avere delle ripercussioni serie sui cittadini, sui malati ricoverati e nel trattamento e nelle terapie dei casi urgenti. A sostenerlo personale sanitario qualificato di diversi ospedali e laboratori proprio della Asl Roma 6, compresi quelli del Litorale, che hanno espresso una serie di dubbi sulla validità delle scelte ratificate (e fortunatamente non ancora applicate) a diversi livelli, fino ad arrivare al Direttore generale Narciso Mostarda che ha minimizzato ogni dubbio, problema e remore che gli sono state rappresentate negando a tutti la possibilità di un confronto su una questione serissima, che è destinata ad incidere in maniera radicale sul modo di agire nel settore sanitario e che sembra rispondere a criteri di economicità ma non di efficenza e tanto meno di salvaguardia della salute pubblica. Il primo errore che si contesta alla riforma è quello di aver di fatto smembrato la Asl Roma 6 che avrebbe avuto diritto ad un suo Hub. Mezza Asl, quella del Litorale, è stata affibbiata all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, i Castelli invece andranno al Sant’Eugenio. Nessuno dei due ospedali si è ancora attrezzato con i laboratori per fronteggiare questa mole di lavoro.

Da più parti si levano voci sulle modalità di trasporto dei campioni di sangue che verranno raccolti nei singoli comuni e ospedali. Nel caso di Anzio e Nettuno, i cittadini potranno andare, come sempre a farsi prelevare il sangue dalle 7,30 alle 11 circa. Ma cosa ne sarà delle fialette raccolte che oggi vanno ad Anzio e, nel giro di un’ora, vengono trattate? Verranno accumulate, caricate su un’auto medica e inviate nel capoluogo pontino e dal momento del prelievo a quello delle analisi trascorreranno ore, in un contesto di cui nessuno può garantire la salubrità del materiale da analizzare, con esiti sulle analisi che possono essere i più svariati. Il bando per il trasporto non è ancora pronto e nessuno sembra avere in mente che tipo di attrezzatura deve contenere un’automobile per garantire la tracciabilità e la conservazione dei prelievi effettuati giornalmente. Il trasporto altera il sangue e possono incidere sulle analisi sia il tempo di attesa che le temperature a cui il campione viene esposto. Le contestazioni sull’esito degli esami sono a vari livelli. I risultati che oggi per i pazienti ricoverati si possono avere in tempo reale, anche entro un’ora in caso di urgenza, saranno procrastinati in maniera inevitabile in quanto tutte le analisi di base e non urgenti saranno trasportate fuori (traffico e incidenti sulle nostre strade sono all’ordine del giorno). E i campioni che andranno a Roma (tutta la fascia di analisi a base dna), al Sant’Eugenio sono destinati a viaggiare sulla Pontina, la Nettunense e il Raccordo anulare che sono spesso intasate di traffico. Se in altre Regioni con una diversa viabilità questa cosa si può fare nel Lazio invece no. Verrà meno l’immediatezza dei risultati, ma ogni piccola distrazione potrà costare cara. Peggio ancora se i prelievi vengono fatti su persone in stato di ricovero. Oggi non è infrequente che gli esami su una stessa fialetta vengano fatti anche a scaglioni, quelli basilari subito, gli altri solo se serve. Con la riforma diventa impossibile agire in questo modo, quello che si vuole sapere lo si deve decidere subito con costi in crescita per tutti gli esami che si cercherà di avere comunque per evitare attese abissali. Non solo. Presso il nuovo ospedale dei Castelli, che ospiterà 8 sale operatorie, è previsto un laboratorio analisi basico, quale cittadino è pronto a farsi ricoverare in una struttura in cui non è possibile fare diagnosi in tempo reale? In cui non sarà possibile sapere se le persone ricoverate d’urgenza, per incidenti o malori, ha particolari patologie?. I test per analisi specifiche non sono stati previsti nella riforma e, in caso di urgenza, bisognerà comunque attendere i campioni inviati negli altri ospedali di fatto creando problemi enormi ai medici che dovranno decidere come intervenire e che terapie applicare. Infine le particolari analisi che si fanno a base dna per stabilire in pazienti gravi terapie mirate, che oggi si possono fare anche ad Anzio con un macchinario in dotazione all’Ospedale, saranno trasferite ai Castelli in un Laboratorio aperto solo fino alle 14. Il rischio concreto è che i campioni inviati alle 12/13 vengano analizzato il giorno dopo con un impatto anche qui facile da immaginare sulla terapia al cittadino e sulla sua salute. I rilievi mossi fino ad ora dal personale medico, infermieristico e da una serie di professionisti, sono rimasti inascoltati dai vertici della Asl. La speranza è che qualche mente illuminata si accorga degli errori macroscopici previsti in questa riforma e trovi delle soluzioni valide e non solo orientate al taglio dei costi (e della qualità). Ovviamente consegnare le analisi in ritardo ai pazienti farà si che debbano restare ricoverati fino a che la diagnosi non sia chiara e aumenteranno inevitabilmente i tempi di ricovero e i costi connessi. Oltre a venire meno l’immediatezza dei risultati con un serio pericolo per i pazienti in attesa di diagnosi la scelta sembra anche antieconomica. Di drammi della sanità, disagi e danni ai cittadini ne sono stati fatti anche troppi. Ovviamente, manco a dirlo, per chi fa le analisi privatamente non cambia nulla.