Una persona difficile da dimenticare e che in vita si era fatta apprezzare per la dolcezza e la disponibilità sul posto di lavoro. Oggi, tutti, parenti, amici, colleghi, pazienti, si sono voluti riunire nella Basilica di Santa Teresa ad Anzio, per l’ultimo saluto a Maria Cerami, operatrice socio sanitaria (Oss) all’Ospedale di Anzio, deceduta il 5 gennaio dopo 5 giorni di agonia, a causa di un’emorragia cerebrale massiva.
Tante le lacrime per Maria Cerami, accolta da una folla di persone che hanno assistito all’omelia funebre. “Nessuno vive e muore per se – ha detto – ma tutti viviamo e moriamo in nome di Dio”. La donna, lo ricordiamo, era in condizioni di salute precarie. Dopo un’ischemia e un periodo di stop dal lavoro per curarsi era rientrata da qualche mese in servizio. I turni di lavoro, sempre stressanti, non hanno certo favorito un reinserimento sereno in corsia, per una donna a cui mancava un anno appena alla pensione. Il 31 dicembre un turno lungo, il primo gennaio, avrebbe dovuto fare un solo turno, ma qualcuno non si è presentato ed è stata costretta a restare per un secondo turno, a metà del quale ha avuto il malore che le è stato fatale.
Anche il compagno di una vita, anche lui dipendente dell’Ospedale, alla notizia del malore della donna ha avuto un infarto ed è stato portato d’urgenza al San Camillo di Roma. Nei giorni scorsi è stato sottoposto ad un intervento, ed oggi ad un secondo, per favorire le funzionalità cardiache. Le condizioni dell’uomo, che non ha potuto essere presente al funerale di Maria, sono in via di miglioramento.
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