Home Cronaca Seminario sulle malattie infettive, il caso Chikungunya di Anzio in prima fila

Seminario sulle malattie infettive, il caso Chikungunya di Anzio in prima fila

Nel seminario recentemente organizzato a Milano dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT,

FILE - In this Jan. 18, 2016 file photo, a researcher holds a container of female Aedes aegypti mosquitoes at the Biomedical Sciences Institute at Sao Paulo University in Brazil. The Zika virus is mainly transmitted through bites from the same kind of mosquitoes that can spread other tropical diseases, like dengue fever, chikungunya and yellow fever. (ANSA/AP Photo/Andre Penner, File)

Nel seminario recentemente organizzato a Milano dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT, con il lancio delle ‘Linee guida per il 2018’ al Ministro della salute che verrà si è discusso ampiamente anche dell’epidemia di Chikungunya nel Lazio e in Calabria.

Al termine di un anno caratterizzato da eventi rilevanti sia sul versante epidemiologico, quali l’epidemia di Chikungunya in Lazio e Calabria, i casi di malaria di sospetta origine autoctona, le variazioni nella distribuzione dei sierogruppi di meningococco, sia su quello assistenziale, quali le sfide per l’applicazione dei tre nuovi piani nazionali (sui vaccini, sulla prevenzione cura delle infezioni da HIV e sulla lotta alla resistenza microbica) e per l’eliminazione delle infezioni croniche da virus dell’epatite C, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – Simit, ha riunito a Milano oltre 100 specialisti tra direttori e girigenti medici di Unità operative di tutta Italia allo scopo di delineare le linee di intervento e di rafforzare la collaborazione e l’efficienza delle interconnessioni della rete degli infettivologi Italiani. “Siamo chiamati ad affrontare molte importanti sfide – ha detto Massimo Galli, ordinario presso l’Università degli Studi di Milano, direttore Divisione Clinicizzata di Malattie Infettive AO – polo universitario ‘Luigi Sacco’ – Dovendo per lo più contare sulle nostre sole forze e sulla buona volontà e professionalità dei nostri associati. Ribadendo la volontà di una piena collaborazione con il Ministero Salute e con le Regioni, e per quanto di competenza con l’Istituto Superiore di Sanità, non possiamo nascondere la necessità svolgere anche la funzione di costante azione di stimolo della politica perché obiettivi e questioni di grande importanza e di interesse generale non passino in secondo piano, travolti dalle vicende elettorali”.

Nello specifico, per quello che riguarda la Chikungunya, malaria e malattie da zanzare al 6 ottobre 2017, sono stati notificati in Italia 282 casi (156 confermati e 126 probabili) di Chikungunya, 242 dei quali nei comuni di Anzio, Roma e Latina e 33 nel comune di Guardavalle Marina, in Calabria. Altri casi sono stati segnalati in Emilia-Romagna e Marche, Francia e Germania in persone che avevano viaggiato nelle aree interessate dall’epidemia. È probabile che i casi di infezione siano stati più numerosi e le temperature miti di quest’autunno suggeriscono che molte uova di Aedes albopictus, la zanzara tigre, siano state deposte fino ai primi freddi e che molte di esse siano ora in diapausa, ‘ibernate’ in attesa di schiudersi in primavera e rinnovare la popolazione di zanzare in grado di trasmettere la malattia, se reintrodotta nel Paese. Una temperatura media in gennaio localmente inferiore allo zero elimina gran parte delle uova deposte l’anno prima, mentre una temperatura media annua superiore agli 11 gradi favorisce la sopravvivenza delle uova ed il mantenimento nell’area interessata di popolazioni attive di zanzare. Si spera quindi nel freddo e in rapide disinfestazioni a primavera.