Home Cronaca Coop edilizia Fiamma ’95 ad Anzio, Ministero e Regione dispongono lo scioglimento

Coop edilizia Fiamma ’95 ad Anzio, Ministero e Regione dispongono lo scioglimento

Una causa civile tra un ex socio e la cooperativa edilizia La Fiamma 95 di Anzio, ancora in dibattimento, ha portato in questi giorni all’avvio, da parte della Regione

Una causa civile tra un ex socio e la cooperativa edilizia La Fiamma 95 di Anzio, ancora in dibattimento, ha portato in questi giorni all’avvio, da parte della Regione Lazio, del procedimento di scioglimento per atto dell’Autorità della cooperativa stessa. 

La questione è di quelle complesse. L’ex socio aveva versato un anticipo e pagato parte del mutuo dell’appartamento, in cui non è di fatto mai entrato, a causa di una serie di situazioni che riteneva fossero irregolari. L’ex socio ha denunciato una gestione autoritaria della cooperativa da parte del costruttore, assemblee mai fatte, nessun confronto sulla gestione, aver venduto le abitazioni a prezzi di mercato nonostante i contributi pubblici e persino abusi edilizi, sia nella zona delle cantine dei soci, diventati a suo dire garage del costruttore, che del sottotetto, trasformato in attici da porre in vendita tramite un’agenzia immobiliare di Genzano. Una denuncia circostanziata che oltre ad essere affrontata in Tribunale, è stata inviata anche alla Regione Lazio, che ha finanziato parte della realizzazione di due dei tre immobili realizzati dalla coop, e al Ministero dello Sviluppo economico (Mise).

L’uomo si è quindi dimesso da socio (nel 2011 ma le dimissioni sono state accettare nel 2015) chiedendo indietro i soldi che aveva investito, così come prescrive il regolamento. La proprietà invece, sostiene di essere in credito con l’ex socio, per delle rate di mutuo non versate. Mentre la prossima udienza in Tribunale per stabilire torti e ragioni sulla parte finanziaria della controversia è stata fissata per il mese di settembre del prossimo anno, sulla gestione della coop da parte dei titolari il Ministero e la Regione hanno già preso posizione.

Nella relazione conclusiva rispetto a diverse ispezioni effettuate dal Ministero proprio sulla base delle denunce dell’ex socio, il Mise sostiene che emerge il ruolo preponderante del costruttore che ‘determina in via esclusiva le scelte gestionali della coop’. “Si può affermare – si legge nella relazione del Mise – è che la coop ha portato a termine tre programmi di realizzazione di immobili, due dei quali con contributo pubblico della Regione, ottenuti quando la coop non era iscritta all’Albo nazionale delle coop edilizie presso il Mise e non ne aveva quindi diritto”. Per questo la Regione è stata sollecitata alle verifiche del caso per avviare i provvedimenti conseguenti. Il Ministero poi solleva perplessità sui bilanci, al punto di inviare la relazione all’Amministrazione finanziaria. “In aggiunta alle irregolarità riscontrate” si legge ancora nella relazione, si evidenzia che le cariche sociali non sono correttamente costituite coinvolgendo persone che non sono associate alla coop. “Le gravi irregolarità riscontrate – concludono dal Ministero – inducono a concludere che la coop non persegue lo scopo mutualistico, per tale motivo ci sono i presupposti dello scioglimento d’autorità”. Scioglimento accolto dalla Regione che ha avviato il procedimento. Resta aperta la questione del contributo versato dalla Pisana che sta valutando la restituzione, e la questione dell’abuso edilizio, i cui atti, dopo alcuni accertamenti e perizie controverse, sono stati inviati in Procura.