Hanno presentato ricorso i comuni multati dalla Polizia tributaria per l’evasione dell’Iva sulla cessione dei crediti ad Acqualatina, tra cui anche Anzio e Nettuno. La multa che il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Latina ha notificato alle amministrazioni locali evidenziatva l’evasione fiscale da parte degli (per circa mezzo milione di euro) è stata ritenuta ingiusta dai sindaci che hanno deciso di procedere per vie legali. Ma cosa è successo nei fatti? In sostanza una risoluzione ministeriale del 2010 impone ai Comuni di pagare l’Iva sui soldi ricevuti a titolo di rimborso da Acqualatina. Dal 2002 i Comuni dell’Ato4 (tutta la provincia di Latina più Anzio e Nettuno appunto) hanno ceduto i propri impianti idrici ad Acqualatina. Dal 2010, dopo una richiesta di chiarimenti presentata dal comune di Giuliano di Roma, si è scoperto che i Comuni devono emettere fattura per farsi restituire i mutui da Acqualatina, pagando quindi l’Iva sulle somme cedute. Le fatture, non si può non sottolinearlo, non sono state emesse in buona fede ma la legge è legge.
Secondo i Comuni, l’Iva sui rimborsi dei mutui non andava versata perché si tratterebbe di “mero trasferimento di danaro” e, dunque, irrilevante ai fini Iva. Da qui la necessità di impugnare l’Accertamento 2009. Tutti i Comuni hanno deciso di affidarsi ad un unico legale, l’avvocato tributarista Raffaele Scirè, tranne quello di Aprilia che ha scelto una via autonoma.