Home Cronaca Studenti dell’Itis Nettuno al freddo, uno studente: “Protestiamo per i nostri diritti”

Studenti dell’Itis Nettuno al freddo, uno studente: “Protestiamo per i nostri diritti”

Arriva in Redazione una lettera firmata di uno studente della scuola Itis Trafelli di Nettuno, che in questi giorni combatte

Gli studenti dell'Itis prima della pandemia covid

Arriva in Redazione una lettera firmata di uno studente della scuola Itis Trafelli di Nettuno, che in questi giorni combatte con i riscaldamenti non funzionanti. Una lettera che abbia deciso di non firmare, benché lo studente lo abbia coraggiosamente fatto, poiché si tratta di un minore, ma che riportiamo integralmente per la coscienza sociale che dimostra e per la maturità di aver inquadrato un problema non solo strutturale (della scuola) ma sociale e collettivo con lucidità e coscienza.

“Nell’ultimo periodo mi sembra di assistere alla presenza di rappresentanti dei professori più che rappresentanti degli studenti e a uno sciopero male organizzato, come sempre dentro questa scuola”. Lo scrive uno degli studenti iscritti all’iris Trafelli di Nettuno, che ieri mattina ha protestato perché la scuola è al freddo e, come accade ormai da diversi anni, non si riesce ad accenderli in tempo per i primi freddi, costringendo i ragazzi alla protesta per una disorganizzazione che assume caratteristiche sconfortanti alla luce di un fatto banale: l’inverno arriva tutti gli anni e sempre negli stessi mesi, senza che questo vantaggio pratico venga recepito dagli enti sovracomunali.

“Il fatto più grave e rilevante però sono le affermazioni di alcuni studenti di ieri mattina ma soprattutto dei rappresentanti di istituto che cito testualmente: ‘Anche noi avevamo pensato di fare uno sciopero migliore ma effettivamente sarebbe sbagliato; la scuola ha fatto tutto il possibile per risolvere la situazione ma se la provincia non si muove la scuola non può fare molto’, e ancora ‘Se volete potete scioperare e scegliere di non entrare, però se lo fate non servirà a nulla’, infine ‘la scuola non ha colpe’. Premesso che – aggiunge lo studente dell’Itis – secondo la legge 412/93 nelle scuole la temperatura deve essere di almeno 20° C con una tolleranza di oscillazione massima di 2° C, norma non rispettat , definire uno sciopero con queste condizioni, con una legge a favore, come sbagliato è pura follia.

Ancora più folle è definire lo sciopero come un mezzo inutile visto che la storia stessa ci insegna l’utilità dello sciopero, l’importanza che ha avuto nel formare l’attuale società e nella conquista dei diritti di cui noi tutti godiamo in ogni ambito della nostra vita. Questi studenti sostengono che ‘La Provincia si è presa l’impegno di riparare le tubature ma non si è ancora presentato nessuno per questo abbiamo pensato di andare noi stessi negli uffici della Provincia. La Preside non ha accettato la nostra proposta affermando che sarebbe una cosa inutile’. I rappresentanti non sono così andati negli uffici provinciali competenti e la domanda viene spontanea: da quando i rappresentanti d’Istituto devono sottostare ad un’autorizzazione della preside per protestare con i propri mezzi di diritto soprattutto quando si tratta di diritti degli studenti? Personalmente sto assistendo più ad una rappresentanza dei professori più che degli studenti dato che oggettivamente noi ci troviamo nella ragione secondo la legge e non secondo un nostro pensiero soggettivo mentre l’impegno dei rappresentanti sembra virare in un altro senso mirando di più alla cura dei rapporti con i professori piuttosto che con gli studenti.

C’è stata un’altra affermazione al dir poco sconcertante che si ripete di anno in anno, questa volta non dei rappresentanti ma comunque di ragazzi della mia età, la cito: ”smettetela di lagnarvi 50 anni fa non c’erano queste comodità” a questa affermazione rispondo semplicemente dicendo che 50 anni fa era il 1968 anno culmine delle proteste e delle occupazioni studentesche grazie alle quali cui noi studenti oggi possiamo godere di tali diritti, quindi per favore prima di parlare almeno informatevi e accertatevi di ciò che state dicendo. Devo però allo stesso tempo sottolineare anche una colpa da parte degli studenti di questa scuola, probabilmente la più grande: Sembra a tutti che i problemi cadano dal cielo tutti gli anni mentre sono anni che il problema persiste, venerdì scorso 17 novembre (giornata dello studente) ci sono state manifestazioni studentesche in quasi tutte le provincie italiane e anche a Roma. La manifestazione comprendeva due punti focali: l’alternanza scuola/lavoro e l’edilizia scolastica (in cui rientra il nostro problema), durante la manifestazione della nostra scuola non ho visto nessuno semplicemente perché venerdì non c’erano ore da perdere, bene a questo punto direi che è proprio il silenzio o la superficialità della maggior parte degli studenti dentro questa scuola a essere il problema più grande e difficoltoso da risolvere permettendo così il compimento di tali azioni da parte delle istituzioni e dei rappresentanti che dovrebbero invece salvaguardarci”.

Lettera firmata studente Itis Trafelli