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La Ipi “fa sparire i soldi”, querela e richiesta danni per il Sindaco

Il Comune di Nettuno

Tra le tante circostanze che i legali della Ipi smentiscono e per affermare la propria verità si preparano ad una battaglia legale, c’è quella con cui il Sindaco di Nettuno sarebbe venuto a sapere del provvedimento di Interdittiva antimafia e, soprattutto l’affermazione, definita dai legali “contraria ai fatti e gravemente lesive della reputazione dei miei clienti” con cui il Sindaco sostiene che  “questi (riferito alla Ipi) sostanzialmente fanno sparire i soldi che erano in cassa nel cantiere di Nettuno”… “loro tolgono addirittura le fideiussioni”.

“Non risponde al vero – scrivono i legali – neanche la circostanza per cui il Sindaco avrebbe appreso della suddetta sentenza del Consiglio di Stato attraverso accertamenti in rete. Il 22 giugno del 2016 – data di pubblicazione della sentenza – Antonio Nocera, per conto della Ipi e previo appuntamento fissato telefonicamente con la segretaria del Sindaco Samanta Stivaletti (accordato per le 18) consegnò brevi manu personalmente al Sindaco Casto la sentenza in questione, in presenza del Vicesindaco, del Presidente del consiglio comunale e di altri tre consiglieri comunali della maggioranza. Nello stesso incontro Antonio Nocera forniva ampia garanzia circa l’esatto e puntuale adempimento del contratto da parte della Ipi, fino a quando l’Amministrazione comunale non avesse deciso in merito. Rassicurazione ampiamente rispettata nei fatti, giacché nel periodo intercorrente tra la sentenza e il commissariamento l’iPi ha mantenuto in servizio e regolarmente retribuito circa 100 unità lavorative tra fisse e stagionali ed ha continuato a gestire l’appalto con pieno rispetto delle obbligazioni contrattuali, come dimostrato dal mancato invio, nel periodo in questione, di note del committente che contestassero disservizi”.

Le casse svuotate

“Ancora sono contrarie ai fatti e gravemente lesive della reputazione dei miei clienti le affermazioni per cui, nel periodo tra la sentenza del consiglio di Stato ed il Commissariamento, “questi (riferito alla Ipi) sostanzialmente fanno sparire i soldi che erano in cassa nel cantiere di Nettuno”… “loro tolgono addirittura le fideiussioni. Sostanzialmente in questo mese e dieci giorni ripuliscono il contenitore che avrebbe potuto garantire un esercizio sicuramente migliore dell’attività di commissariamento prefettizio”. Valga il vero – aggiungono i legali – il Commissario prefettizio si insediava il 12 agosto 2012 con contestuale estromissione della Ipi dalla gestione dell’appalto, quando peraltro, l’Amministratore, i soci e la maggior parte del personale impiegatizio erano in ferie. Non appena insediato, egli prendeva possesso, presso la Banca Intesa San Paolo, del conto dedicato alla Ipi all’appalto, ove vi era un saldo attivo di 211. 525,29 euro, peraltro avendo la società già pagato gli stipendi del mese di luglio, ma non ancora incassato dal Comune il canone relativo allo stesso mese (per 435mila euro oltre Iva). A tale somma si è successivamente aggiunto un credito di 104mila euro riferito al saldo di alcune fatture del Comune di Nettuno antecedenti la nomina commissariale, nonché il pagamento di 92mila euro da parte del Comune relativi alla variante contrattuale  per il primo semestre 2016.

In pratica dunque – sottolineano i legali della Ipi – tra giacenza liquida e saldo dei canoni pregressi, il Commissario ha incassato un importo pari ad 890mila euro riferito al periodo antecedente la sua nomina, mentre per il medesimo periodo ha effettuato pagamenti per soli 500mila euro con un saldo attivo di ben 390mila euro circa. Tali circostanze, è bene evidenzialo, dovrebbero essere ben note al Comune, visto che la Ipi in via anche all’Amministrazione la nota prot. 219 del 15 novembre 2016, nella quale i predetti movimenti venivano ben ricostruiti. Pertanto la frase “fanno sparire i soldi che erano in cassa nel cantiere di Nettuno” si rivela di una gravità inaudita, avendo il Sindaco ogni elemento da cui desumere il reale andamento dei fatti”.

I legali annunciano un procedimento per accertare la verità sostanziale dei fatti con richiesta di risarcimento del danno e, proprio come il Sindaco Casto, hanno chiesto audizione nella stessa Commissione, per controbattere quelle che in diversi punti del documento vengono definite dai legali “le false dichiarazioni”, le “omissioni” e le “gratuite illazioni” che il Primo cittadino di Nettuno ha fatto mettere nero su bianco.