Cronaca

Omicidio Gloria Pompili, il figlio più grande conferma le violenze

Emergono nuovi inquietanti dettagli sull’omicidio di Gloria Pompili, la giovane di Frosinone che lavorava sulla strada tra Anzio e Nettuno, uccisa a botte dalla cugina e da suo cognato, un egiziano che gestiva una frutteria proprio a Nettuno.

I due, costringevano la ragazza, 23 anni appena, a prostituirsi, le toglievano i soldi e la picchiavano per evitare che cambiasse vita. A ricostruire i dettagli di questo drammatica vicenda le forze dell’ordine.

Il racconto del figlio maggiore

Dopo la morte di Gloria in molti hanno voluto testimoniare per far capire ai carabinieri come questa ragazza vivesse. Il figlio più grande ha reso giustizia alla mamma: nella casa famiglia in cui è stato portato col fratellino ha raccontato tutto ad un operatore che poi ha riferito i fatti ai militari dell’Arma. Anche grazie alle parole del bimbo il capitano dei carabinieri Margherita Anzini, comandante della compagnia di Terracina, ha messo le manette ai polsi di Loide Del Prete, cugina di Gloria, e sul convivente egiziano Saad Mohamed Salem, entrambi difesi dall’avvocato Filippo Misserville.

Una ragazza dalla vita difficile

E la vita di Gloria non è stata davvero mai facile, Vissuta in una casa famiglia dai 7 ai 18 anni, dopo la separazione dei genitori, incontrò un giovane rumeno, Alex, da cui ha avuto i due bimbi. Alex ora è in carcere a Rieti per spaccio. L’inferno vero di Gloria, però, è iniziato un anno fa, quando è caduta nella rete di sua cugina Loide e del convivente egiziano, trasferendosi a vivere da loro. Qui ha conosciuto il fratello di Salem, Eddy, con cui si è sposata per fargli ottenere il permesso di soggiorno, sostiene la madre di Gloria. Proprio la madre, che si era accorta dei lividi sul corpo della figlia, ha raccontato che Gloria negava di vere problemi e diceva a casa di andare a lavorare in frutteria.

Il destino dei due bimbi

La mamma di Gloria, assieme all’avvocato Toni Ceccarelli e a don Ermanno, il confessore di Gloria, stanno avviando la Procedura presso il tribunale dei minorenni di Roma per chiedere in affidamento i due figli della ragazza. Un percorso difficile alla luce delle condizioni familiari critiche dei due bimbi, orfani di madre, con il padre in prigione e la nonna non più giovanissima.