E’ rabbia vera quella di alcuni genitori dei ragazzi dell’Istituto alberghiero Marco Gavio Apicio di Anzio che, iscritti alla sede di Lavinio, si sono visti chiudere l’edificio dopo due giorni di lezione a causa della rottura di alcuni tubi. Quindi sono stati spostati nella sede di viale Nerone vicino alla via Nettunense e sono costretti a fare il turno dalle 12,30 alle 16,30.
La rabbia dei genitori
“E’ una situazione assurda quella che si è venuta a creare – ci racconta un genitore – mia figlia arriva da Aprilia. Avevamo fatto l’abbonamento trimestrale per la sede di Lavinio che nessuno ci rimborserà. Invece la circolare per arrivare a mezzogiorno non passa e io devo prendere continui permessi dal lavoro per accompagnarla. Arrivano in un’orario in cui non hanno ancora mangiato, noi partiamo alle 11,30 e restano fino a sera senza mangiare. Ma la cosa più assurda è che al ritorno devono prendere l’autobus sulla Nettunense. Ieri sera quello per Aprilia non è passato e mia figlia è rimasta in attesa fino a che non sono arrivata io a prenderla, verso le 18,50. A due metri da lei c’erano delle prostitute in strada in una situazione di sicurezza nulla. E’ inaccettabile che per i disservizi dell’Area metropolitana e di una manutenzione di fatto mai messa in pratica sugli edifici scolastici, si debbano creare disagi infiniti a delle famiglie cambiando tutte le carte in tavola rispetto all’iscrizione effettuata”.
“Il plesso di Lavinio è costantemente penalizzato – ci spiega un altro genitore – ci sono servizi inferiori e solo disagi. A quanto punto dovrebbero far notare tutti gli studenti, così almeno questa penalizzazione si distribuisce equamente. In ogni caso a causa di questo guasto il problema lo vivono tutti, perché è impossibile fare l’orario definitivo se non riparano, perché due turni da sette ore non si possono fare sullo stesso plesso. Già quando staccano alle 16,30 prendono l’autobus vicino alle prostitute, figurarsi se dovessero uscire alle 20”.
I genitori hanno chiesto un incontro con il Dirigente scolastico per avere delle rassicurazioni sui tempi di soluzione del problema. Non è escluso che, se i disagi dovessero prolungarsi, che alcuni ragazzi saranno costretti a cambiare scuola.