Home Cronaca Violenza in Salento, la ragazza di Anzio ci racconta la sua storia

Violenza in Salento, la ragazza di Anzio ci racconta la sua storia

E’ una ragazza fortissima e insieme fragile, la 18enne di Anzio che dopo una normale vacanza in Salento ha passato l’ultimo giorno

E’ una ragazza fortissima e insieme fragile, la 18enne di Anzio che dopo una normale vacanza in Salento ha passato l’ultimo giorno di ferie tra Pronto soccorso e Comando dei carabinieri per aver subito e denunciato una violenza sessuale ad opera di un 27enne di Latina che, nell’immediatezza dei fatti è stato arrestato dai carabinieri di Gallipoli.

L’abbiamo intervistata e ci ha raccontato la sua versione di questa storia.

Un’esperienza terribile, la violenza, affrontata dalla 18enne neroniana con tanto coraggio e forza d’animo. “La mia vita deve andare avanti – ripete più volte – io voglio tornare alla mia vita, lui invece dovrà assumersi le sue responsabilità. Quello che ha fatto è sbagliato e se lo deve ricordare sempre”.

“Quello in Salento era un viaggio organizzato da un tour operator – ci racconta – in totale eravamo 208 persone partire con 4 pullman. Ragazzi e ragazze di Anzio, Frosinone, Latina. Dopo i fatti ho chiesto chi fosse questo tizio che si era infilato in camera mia, ma nessuno lo conosceva. Mi hanno detto che ha vinto il viaggio in una discoteca, che in viaggio non ha legato con nessuno. Io stavo con i miei amici e con le persone che, in questo residence, stavano vicino a dove dormivo io. L’ho visto solo una volta, l’ultima sera, quando è venuto a chiedere un condimento per la pasta mentre ci stavamo preparando per andare in discoteca”. In discoteca i ragazzi ci sono andati tutte le sere, fino alle 3 e alle 4. In tutta sicurezza, accompagnati e portati indietro dagli autobus. “Quella sera ero stanchissima – racconta la giovanissima, sempre in movimento, sempre a stringersi le mani – perché uscivamo fino a tardi e la mattina presto andavamo al mare. Avevo anche la raucedine, mi era venuta con il costume bagnato e l’aria condizionata del pullman, non riuscivo neanche a parlare. Abbiamo pure fatto particolarmente tardi, perché era l’ultimo giorno di vacanza e siamo tornati praticamente alle 5. Avevo poca carica al cellulare e l’avevo spento. Quando siamo tornati in camera – ci racconta sforzandosi di non mostrare nervosismo – ho messo in carica il telefono e scritto al mio fidanzato che andavo a dormire. Gli altri si stavano facendo un piatto di pasta, ma io ero esausta e mi sono messa a letto. Altri amici mi avevano detto di andare a dormire da loro, per non restare da sola in camera, ma io sono fidanzata e ho detto di no. Sono crollata subito e russavo pure – spiega – perché i ragazzi che stavano facendo la pasta mi sono venuti a cercare per insistere e farmi alzare, ma mi hanno visto che russavo e sono andati via. Mi sono svegliata all’improvviso – racconta – e mi sono sentita delle mani addosso. Non ho capito subito che era un ragazzo. Ho pensato fossero le amiche che dormivano con me. Poi mi ha tolto gli slip e ho realizzato che qualcosa non andava. Gli ho detto “ma che stai facendo?” Ma non si è fermato”. Gli ho detto che non volevo che lo sapeva che non volevo ma è successo. Era ubriaco… io non sapevo cosa fare ero stanchissima e disorientata con poca voce. Dopo svariati tentativi di allontanarlo sono riuscito a spingerlo via. Io sono uscita dalla camera e ho visto i miei amici seduti che mangiavano, mi sono uscite le lacrime e gli ho detto: “Ma chi avete fatto entrare?”. Stavano li e mi guardavano, non hanno capito subito. Poi mi hanno detto che non lo avevano visto, che qualcuno ha chiesto di andare al bagno ma non ci avevano fatto caso. Io sono andata dai miei amici che dormivano nell’altra casa, li ho svegliati e gli ho raccontato tutto. Gli ho detto che era stato quello che mi aveva chiesto il pomodoro la sera prima. I miei amici lo hanno trovato subito, gli hanno dato un pugno e questo è caduto per terra. Io ho chiamato subito il mio fidanzato, per dirgli quello che era successo, mentre gli altri hanno chiamato i Carabinieri e l’ambulanza. I Carabinieri hanno evitato che quello venisse picchiato davvero. Con me sono stati gentilissimi. In quei momenti ti vengono in mente mille cose. Il giorno dopo dovevo partire, quando mi hanno portato al Pronto soccorso mi sentivo disorientata e spaventata e non sapevo come agire visto che sono rimasta sola. La ginecologa già da subito si era accorta che c’era stata una violenza solamente osservando il tessuto infiammato. Mi hanno fatto i tamponi per il dna. Poi sono andata in caserma, ho parlato con i carabinieri e con la psicologa. Mi sembrava che non mi capisse, che mi facesse tutte domande come se non mi avesse ascoltata. Io l’ho denunciato perché sono una ragazza forte e questa cosa la supererò. Chiedo solamente giustizia per ciò che ho subìto”.

Domani è previsto l’interrogatorio del 27enne.