I reati contestati non hanno mai previsto un’associazione tra gli imputati. Infatti il processo è stato unificato, contestando ad ognuno singoli episodi criminali, solo perché il sistema con cui le forze dell’ordine erano venute a conoscenza dei vari reati era lo stesso per tutti: le intercettazioni. Parlando l’uno con l’altro gli imputati sono stati identificati, seguiti ed infine arrestati.
Le condanne più pesanti, a 6 anni di reclusione, sono quelle per Roberto Madonna detto Pecorino e Angelo Pellecchia condannati per estorsione. Non è stata infatti accettata la tesi degli avvocati difensori, che sostenevano che i soldi incassati dai due erano legati ad un patto di non concorrenza.
Detenzione abusiva di armi e estorsione sono le accuse per Pietro De Cesaris, condannato a 3 anni e 2 mesi, anche se la tipologia estensiva era diversa e ha comportato una pena minore. A 3 anni e due mesi ammonta la condanna per Luigi Lalima detto Bacongo, imputato per la detenzione di armi. Più lievi le condanne per i reati di spaccio. Giorgio De Cupis dovrà scontare un anno e 6 mesi, Alessandro Di Napoli un anno e 7 mesi mentre i fratelli Guerra, Andrea e Pierluigi, un anno e 8 mesi.
L’indagine Mala Suerte, lo ricordiamo, è molto più vasta e tra gli episodi contestai c’è anche la violenza su minore. Per i reati più seri singoli imputati hanno chiesto la separazione dei procedimenti, molti dei quali con il rito abbreviato, sono ancora in corso. Anche per questo motivo si è arrivati alla sentenza di primo grado così velocemente. Le indagini, lo ricordiamo, sono state condotte dal Commissariato di polizia di Anzio e Nettuno e sono state avviate a seguito di un attentato intimidatorio a colpi di pistola fuori dallo studio di un noto commercialista di Anzio.