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Truffa delle Coop di D’Ercole e soci, il 14 udienza decisiva in Tribunale

Il 14 luglio si terrà presso il Tribunale di Velletri un'udienza decisiva nel Maxi processo maxi processo avviato davanti al Giudice monocratico

Il 14 luglio si terrà presso il Tribunale di Velletri un’udienza decisiva nel Maxi processo processo avviato davanti al Giudice monocratico, che vede imputate quattro persone per dei raggiri legati alla realizzazione di abitazioni con delle Cooperative edilizie a Nettuno.

Il verdetto è previsto per settembre, e nonostante siano passati vent’anni dai fatti, la memoria di un raggiro emerso di recente, è freschissimo nella coscienza delle tante vittime della truffa che chiedono giustizia. Ad essere coinvolti nell’inchiesta Franco Cirilli, Roberto D’Ercole, Massimo D’Ercole e Carlo Stirpe. Tutti, a  detta delle risultanze delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri, sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di appropriazione indebita, truffa e esercizio abusivo dell’attività finanziaria. Il 14 saranno ascoltati i testimoni chiave, coloro che dovrebbero dimostrare al di là di ogni ragionevole dubbio la colpevolezza degli imputati che fino all’ultimo hanno chiesto soldi alle famiglie delle coop. “Senza mostrare un briciolo di coscienza – raccontano alcuni proprietari della Coop Azzurra – dopo quello che avevano fatto”.
Articolata anche la ricostruzione dei fatti da parte dei magistrati della Procura che accusano Cirilli e Roberto D’Ercole di appropriazione indebita in due diversi episodi; per Massimo D’Ercole, oltre all’appropriazione indebita, si parla di truffa in concorso con Carlo Stirpe e di una violazione al Testo unico bancario, in special modo di esercizio abusivo dell’attività finanziaria.
I pubblici ministeri Travaglini e Fini hanno ipotizzato che gli amministratori delle cooperative edilizie “Mirella srl” (Cirilli), “Azzurra srl” e “San Gabriele srl” (Roberto D’Ercole) si siano appropriati delle somme che i soci avevano versato per l’estinzione di mutui fondiari contratti con degli istituti di credito per la realizzazione delle abitazioni dei soci stessi (cifre evidentemente considerevoli). I soldi non sarebbero mai state versati alle Bance che, alla fine, hanno chiesto i pagamenti di nuovo ai soci, che si sono trovati a vedere a rischio le abitazioni acquistate con tanta fatica. In altre parole, i soci delle cooperative, vittime ignare di questi raggiri, si sono visti sequestrare e pignorare le proprie case, oppure chiedere il versamento delle rate di mutuo che, in realtà, credevano di aver versato, con molti di loro che hanno dovuto pagare due volte la propria casa.
A Massimo D’Ercole viene contestato, in qualità di amministratore della cooperativa edilizia “Selene srl”, l’incameramento di somme versate dai soci per la realizzazione delle abitazioni, fondi che secondo l’accusa, sono stati usati per altri scopi, coi soci ancora una volta costretti a versare ulteriori somme per almeno 500mila euro. Sempre Massimo D’Ercole, anche per la cooperativa edilizia “La Famiglia srl”, si sarebbe appropriato di somme versate dai soci per i lavori di costruzione delle abitazioni. Ma non finisce qui, ancora Massimo D’Ercole è accusato, in concorso con Carlo Stirpe, di truffa nei confronti dei soci della coop “La Famiglia srl”. Per i magistrati i due avrebbero ingannato i soci, emettendo 30 cambiali di 10mila euro ciascuna, firmate da D’Ercole a favore della ditta di Stirpe, per pagare dei lavori che non sarebbero mai stati eseguiti ma risulterebbero certificati da documenti ritenuti falsi. Infine, sempre Massimo D’Ercole, quale amministratore della coop “La Famiglia srl”, dovrà rispondere della violazione al Testo unico bancario, in quanto avrebbe eseguito diverse operazioni di finanziamento della cooperativa, anche con l’emissione di 10 assegni del valore complessivo di 200mila euro a titolo di prestito personale alla società. Il giudice ha ammesso le 79 parti civili, calendarizzato le udienze (si torna in aula il 24 marzo e il 5 maggio) e iniziato l’escussione dei vari testi. Si parla di un raggiro complessivo in danno delle famiglie che hanno acquistato le case delle cooperative, di poco inferiore ai quattro milioni di euro.
Parallelamente, in sede civile, i vari soci delle cooperative hanno promosso dei contenziosi, viste le note vicende che hanno portato danni agli occupanti delle diverse abitazioni, in alcuni casi pignorate e, in altri, pagate due volte alle banche per evitare di finire in mezzo alla strada. Persone che cercano finalmente giustizia dopo anni di sofferenze e disagi enormi. In particolare i residenti della Coop Azzurra vogliono ringraziare il proprio avvocato Giancarlo Pica, per l’assistenza fornita praticamente a costo zero, a fronte di situazioni familiari davvero critiche. Non è possibile riuscire a testimoniare il rammarico di queste persone, istruite, molte delle quali a contatto con forze dell’ordine e giustizia, per aver creduto a chi offriva loro la possibilità di acquistare una casa in cooperativa ad un prezzo ragionevole e quanto cara è costata questa fiducia. Ora si attende giustizia.