In questi giorni torna in discussione l’orario imposto agli operatori medici e agli infermieri dell’ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno. Dopo una sperimentazione che doveva durare solo tre mesi, infatti, è diventato effettivo il turno lavorativo da 12 ore nei reparti di degenza, ma anche in quelli più a rischio. Lavora 12 ore, ad esempio, anche il personale della Rianimazione ed è facile immaginare a che tipo di stress si possa essere sottoposto in giornate pesanti. Mentre c’è chi sembra disposto a tollerare questo tipo di orari non mancano discussioni e proteste da parte di chi vorrebbe tornare alle 8 ore (come è successo di recente, e giustamente, per il personale delle Ambulanze) che permetterebbero di avere una gestione più umana del lavoro (si può facilmente immaginare lo stato di stanchezza di un medico o un infermiere chiamato a rispondere ad un’emergenza dopo 10 ore di lavoro) e sicuramente un servizio più adeguato per i pazienti che si rivolgono alla struttura sanitaria. Nei prossimi giorni sono previste delle riunioni per discutere di questo e altri problemi organizzativi dell’ospedale locale che, lo ricordiamo, necessita di interventi urgentissimi in alcuni suoi reparti, a partire dal laboratorio Analisi e che, come molti altri ospedali della Regione Lazio, va avanti nonostante la carenza strutturale di personale.