Striscioni di ricordo, palloncini biancazzurri e con il simbolo di Capitan America, uno dei personaggi preferiti Carlo che rispecchiava il suo modo d’essere, così grande e forte, ma con il cuore buono e pieno d’altruismo, che sorrideva e accoglieva il mondo che lo circondava, quel mondo che lo ha amato e continua ad amarlo anche ora che non c’è più.
In chiesa, e poi all’uscita del feretro, il gruppo musicale Neptunia che ha suonato per Carlo, grande amante di musica, le note della “Melodia Sacra” di Ennio Morricone e poi, alla fine della funzione, quelle dell’inno della Lazio di cui il giovane era grande tifoso.
A celebrare il rito, Padre Elias, anche lui molto provato dalla perdita di questo “gigante buono” che faceva pesistica e che sognava di diventare un campione, anche se per chi lo ha conosciuto un campione lo era già. “Trovo grande difficoltà – ha detto Padre Elias nella sua omelia – ad essere qui con voi oggi. Siamo tutti senza parole davanti alla mancanza di Carlo che non è facile da accettare. Carlo se ne è andato, ma è sempre con noi. Ha lasciato un vuoto nel luogo in cui viveva, nei parenti, negli amici e in tutti i suoi conoscenti e noi non abbiamo nessuna risposta. Carlo – prosegue Padre Elias – prega per noi perché abbiamo bisogno della tua preghiera. E’ difficile oggigiorno trovare un giovane sorridente e contento della sua vita. Carlo lo era ed era un punto di riferimento nella gioia di chi lo ha conosciuto. Nessuno può togliere il nome di Carlo dal nostro cuore, onoriamolo ricordandolo nelle nostre vite”.