Il porto di Anzio è di nuovo insabbiato e, dopo l’ultimo dragaggio, per l’ennesima volta ci si trova al limite dell’agibilità. Le mareggiate di questi giorni hanno ulteriormente complicato una situazione sempre difficile mettendo in crisi le Cooperative dei Pescatori che in più occasioni si sono recate in Capitaneria di porto per un confronto. La Capitaneria, guidata dal Comandante Alessandro Cingolani, come sempre in questi casi, ha creato dei percorsi sicuri in entrata e in uscita, percorsi che cambiano di continuo con il canale di accesso che si riduce ogni giorno.
Nei giorni scorsi l’ennesimo incontro tra Capitaneria e Pescatori, che chiedono interventi immediati per ripristinare una situazione di agibilità. In vista della stagione estiva ormai alle porte, le condizioni dei fondali rischiano di mettere a rischio anche il passaggio dei traghetti e di imbarcazioni, anche turistiche, di maggiori dimensioni. Una situazione che più volte è stata fatta presente alla Regione Lazio, che sembra del tutto incapace di programmare degli interventi regolari in zona per evitare che si arrivi a periodiche condizioni di crisi ed emergenza, tali da danneggiare in maniera serissima il comparto pesca e il turismo. Eppure il problema dell’insabbiamento (che riguarda l’80% dei porti italiani, al punto che una volta il servizio di dragaggio era molto opportunamente interno ai porti) non è certamente nuovo né imprevedibile. La Regione a quanto pare ha tempi biblici anche per rispondere alle richieste e ai solleciti, che fanno presente con chiarezza ai funzionari responsabili, sia il problema che le sue conseguenze.
In questi giorni la Capo d’Anzio sta finendo le rilevazioni sullo stato dei fondali, essenziali a capire che genere di interventi portare avanti nella zona degli ormeggi, per garantire sicurezza e stalli idonei, uno studio che era stato chiesto anche alla Pisana, per studiare interventi precisi ed efficaci, ma che i tecnici della Regione non hanno ancora disposto. Ora la speranza è che le rilevazioni dei periti della Spa possano far capire con chiarezza il problema del porto neroniano, in attesa che i lavori di realizzazione del nuovo bacino vedano finalmente la luce.
Ora, mentre il rischio concreto è che i pescherecci subiscano danni nelle manovre di ingresso e uscita dal Porto, si resta in attesa che la Regione si ricordi del problema dell’insabbiamento e del fatto che è giunto il momento di inviare nuovamente la draga.