E’ un turista dei Castelli, che ha una seconda casa a Nettuno a presentarci un vero e proprio reportage sulla situazione di degrado, immondizia e abbandono in cui versa la spiaggia dei Marinaretti. Uno sfogo accorato, quello dell’uomo che da anni passa l’estate in “quello splendido tratto di mare” e che d’inverno quando spunta un raggio di sole, ama passare nel comune del Tridente il fine settimana con un’immancabile passeggiata in spiaggia.
“Amo Nettuno – spiega – e la spiaggia dei Marinaretti è probabilmente il punto più bello tra le due città. Ci vengo spessissimo ma i residenti non sembrano rendersi conto della fortuna che hanno. Ci sono stato a settembre, ottobre, dicembre e questo fine settimana. Ogni volta ho trovato sporcizia, sacchi pieni, nessuna cura per un luogo che merita rispetto e protezione. La prima cosa che si nota scendendo in spiaggia, dal lato estremo vicino alla falesia, è una barca parcheggiata sulla discesa, piena di immondizia, che rende difficile il passaggio. Poi procedendo verso destra, verso la prima rotonda e gli stabilimenti a sinistra si vede il mare splendido, a destra decine di bottiglie di birra, residui di pranzi al sacco zozzeria di ogni genere. I ragazzi che frequentano questo posto la sera non lo amano, sono sporchi, incivili, maleducati. Non gli importa di trovare la mattina sotto i loro occhi lo schifo che hanno lasciato la sera.
La situazione non migliora andato avanti – continua l’uomo – vicino alla zona degli stabilimenti ci sono immondizia nei vasi e nei secchioni pieni all’inverosimile. Secchioni che non sono mai stati svuotato da ottobre. Nessuna pulizia sull’arenile e nessun secchione svuotato. Il fatto che i secchi siano stracolmi fa sperare che se fossero stati svuotati i cittadini sarebbero stati meno incivili. Ci sono anche secchioni ribaltati, magari dal vento, ma quello è il meno. Mi dispiace notare che pochi metri dopo il confine con Anzio le cose cambiano radicalmente. La spiaggia è curata, i secchioni con le buste appena messe. Un generale decoro che a mio avviso è il minimo che si possa fare. Al termine di questo sfogo – conclude l’uomo – ci tengo a fare due riflessioni, una riguarda la mancata cura dell’arenile da parte dei titolari degli stabilimenti balneari, che d’estate sfruttano un bene della collettività, del demanio e guadagnano tanti soldi, certamente abbastanza per pagare qualcuno che l’inverno, una volta ogni tanto, dia una pulita e una sistemata. Purtroppo è chiaro che questo non avviene. L’altra riguarda la mancata cura dell’arenile da parte dei Comuni. Il mare qui c’è da sempre, il problema della sporcizia e della maleducazione è culturale, ma anche pratico. I ragazzi non hanno la cultura del rispetto all’Ambiente e neanche l’esempio della cura dei luoghi, che le amministrazioni non garantiscano. Non sono problemi insormontabili, le soluzioni ci sono, basta solo impegnarsi e capire che quando si ha un tesoro si deve averne cura”.
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