Guardano il mare con amore ma con dentro tanta rabbia i pescatori del porto di Anzio che insieme ai colleghi dell’associazione “Marinerie d’Italia e d’Europa” hanno aderito allo sciopero contro la legge 154/2016.
Sono tre giorni che sotto Montecitorio i pescatori di tutta Italia (eccetto Sicilia e Calabria) fanno sentire la loro voce, e anche qualche boato di petardi. La tensione è alta e dopo gli incontri di questi giorni, ad oggi, i pescatori non si ritengono ancora soddisfatti, l’accordo che la legge verrà corretta entro maggio non basta ai capitani.
La polemica verte sulle importanti modifiche sul sistema delle sanzioni, con multe fino a 75mila euro; sul fermo biologico, considerato molto penalizzante per i pescatori; sullo sbarco e la messa in commercio del pescato sotto-taglia minima e ancora tanti altri punti da chiarire che a detta dei pescatori rendono la vita lavorativa praticamente impossibile.
Abbiamo parlato con Ferruccio, capitano di un peschereccio di Anzio che oggi a braccia conserte guardava con dispiacere la barca: “Questa è la mia seconda casa, è una vita che faccio questo lavoro e voglio continuare a farlo. I politici non capiscono che noi chiediamo solo di lavorare, non vogliamo niente ma perlomeno vogliamo riuscire a portare la giornata a casa ma qui stiamo tutti affondando. La norma che riguarda il pescato sotto taglia minima ci mette in ginocchio, per mezzo centimetro di lunghezza di un pesce si rischia di mandare in frantumo una giornata intera di lavoro. Da gennaio ad oggi siamo andati sotto di 8000 euro con la mia barca, io sinceramente non voglio andare avanti così, non posso permettermelo e non può permetterselo nessuno qui. Prendessero decisioni con coscienza, altrimenti qui moriamo affogati”.
Tanti pescatori di Anzio, specialisti nella pesca a strascico, sono oggi a Roma per protestare. Sulla banchina del porto di Anzio solo qualche capitano affranto e niente pesce per nessuno, a secco ristoranti, hotel e cittadini. Entro questa sera avremo notizie su come sia andato il consiglio dei pescatori a Montecitorio, ma qualora non fossero soddisfatti, tutti gli uomini di mare italiani si dicono pronti a scioperare ad oltranza.
Di Sara Passarella