Una mattinata di protesta vibrante quella di Roberto Olivieri, 44 anni di Nettuno, che questa mattina prima ha “scalato” le impalcature all’ingresso del palazzo comunale, poi si è incatenato sotto la finestra del Sindaco e, infine, dopo aver spiegato i motivi del suo gesto (un debito che l’Amministrazione tarda a saldare), è stato ricevuto dal vicesindaco Daniele Mancini, che lo ha fatto entrare in ufficio direttamente dal balcone del Comune.
“La prima cosa che voglio precisare – ci dice Olivieri – è che non sono stato protagonista di nessun tentativo di suicidio, non capisco come si faccia dire una cosa così grave senza informarsi prima, è una cosa assurda. Voglio tranquillizzare i miei familiari e chi mi conosce: l’idea non mi ha mai sfiorato. Appena sono salito sul balcone l’ho detto subito al megafono e mi hanno sentito tutti: non posso lavorare perché il Comune mi deve dei soldi, e se non lavoro posso protestare per settimane legato lì. Comunque – continua – il fatto è che quattro anni fa ho preso una buca in pieno e mi si è rotto il mezzo di lavoro. Dopo una causa lunghissima ho vinto contro il Comune e il giudice, ad agosto del 2016, ha stabilito che ho diritto a un risarcimento di 4.200 euro. Dopo ripetute richieste e insistenze, il Comune ancora non mi paga, il furgone è ancora rotto e io non posso lavorare. Il vicesindaco Daniele Mancini è stato gentilissimo, mi ha fatto entrare in ufficio e con lui c’era l’assessore Guido Fiorillo e gli ho raccontato la mia storia, ha preso a cuore la mia situazione e mi ha detto che cercherà di risolverla. Mi ha spiegato che alle volte ci sono ritardi anche per motivi di lungaggini amministrative e che alcune volte loro non conoscono neanche le singole questioni in sospeso con i cittadini. Ora – conclude Olivieri – aspetto che il Comune chiami il mio legale per arrivare a risolvere la situazione, spero davvero in tempi rapidi”.