I sintomi d’ansia generano nelle persone che li sperimentano sintomi fisici e psichici molto intensi e le intrappolano in un pericoloso circolo vizioso dal quale diviene difficile uscire senza l’aiuto di uno specialista. Essendo un circolo vizioso è assai complesso determinarne l’inizio ma, chi soffre d’ansia, può confermare che di fronte ad un qualcosa percepito come pericoloso (sia a livello conscio che inconscio) ci si inizia semplicemente a preoccupare(ad es. sono nell’aeroporto ed inizio a sentire l’aria viziata ed un nodo alla gola); quella sensazione di preoccupazione innesca una serie di sintomi e di vissuti che il soggetto interpreta in modo catastrofico (“eccolo lì, mi manca l’aria, ora vado in iperventilazione e svengo…”), sperimentando un ulteriore aumento della preoccupazione. Qui le sensazioni fisiche si faranno sempre più intense fino a quando non esplode il vero e proprio attacco di panico. Da quel momento in poi ogni volta che sarò in una situazione “particolare” avrò sempre il ricordo dell’attacco di panico precedente e la paura di averlo ancora una volta (“…oh no, perderò di nuovo il controllo!”) farà salire la preoccupazione, aumenterà i sintomi fisici e quelli psichici in un circolo che non solo fa sì che le persone colpite si “ritirino” dalla vita, ma che si sentano anche sole ed incomprese.
Quali strategia possiamo mettere in atto dunque per cercare di limitare i sintomi?
Di fronte alla sensazione di dolore al torace o alle palpitazioni ed alla tachicardia si pensa che si stia avendo un attacco cardiaco o che si stia per morire. Si può in questo caso sedersi e chiudere gli occhi, rallentare il ritmo cardiaco, evitare di fare sforzi fisici.
Di fronte alla sensazione di mancanza d’aria si pensa di stare per soffocare. In questo caso ci si fermerà, si respirerà profondamente, ci si potrà sedere vicino ad una finestra aperta o uscire fuori.
Anche di fronte alla sensazione di nodo alla gola si pensa di stare per soffocare. Qui si potrà cercare di tossire e bere dell’acqua.
Di fronte alla sensazione di capogiro o delle gambe molli si pensa che si stia per svenire e collassare. Ci si può aggrappare ad una persona o ad oggetto saldo, evitare di uscire da soli, sedersi a terra o, se ci si riesce, irrigidire le gambe.
Di fronte alla sensazione di irrealtà si pensa di star perdendo il controllo e di stare per impazzire. Si può in questo caso cercare di mantenere il controllo dei propri processi mentali, ad esempio controllando la propria memoria (io sono Tizio, sono arrivato fin qui prendendo l’autobus 33, dopo devo andare ad incontrare Caio, ieri ho fatto questo, questa sensazione che sto vivendo è transitoria, a breve mi passerà, etc…).
È chiaro che in tutte queste situazioni ognuno trova la propria strategia di sopravvivenza. Una buona regola di base è quella di potersi sedere, appoggiare le mani sulle ginocchia, chiudere gli occhi e fare almeno 10 ampi respiri profondi, ripetendosi solo dopo aver respirato che non si sta per morire e che stiamo “semplicemente” avendo un attacco di panico che presto passerà. Un’altra buona regola è parlarne, sia con i familiari, che con gli amici che, e non in ultima analisi, con il proprio medico di base.
Dott.ssa Elena Cagnacci Psicologo – psicoterapeuta
Consulente tecnico d’ufficio del Tribunale di Velletri
Consulente di mediazione familiare
Via Gorizia 17 (Nettuno) tel 3498423141