Home Cronaca Anzio – Aula didattica a Tor Caldara, i bambini sfrattati dalla Riserva

Anzio – Aula didattica a Tor Caldara, i bambini sfrattati dalla Riserva

L'aula didattica a Tor Caldara
L’aula prima dei lavori del Comune

“La scuola nel bosco dei conigli” tra gioie e dolori è questo il titolo di una lettera che ci è stata inviata dalle insegnanti Laura Sanna e Iolanda Pezzella che hanno fortemente creduto nel progetto, rivelatosi un’illusione, dell’aula didattica a Tor Caldara.

“Cari lettori – si legge nella lettera – vi raccontiamo in breve la storia di un meraviglioso progetto che si svolge nel bosco dove si sa oltre a gnomi e principesse ci sono lupi cattivi e ingannevoli  casette di cioccolata e pan di zenzero, altrimenti che favola sarebbe? La scuola nel bosco dei conigli, questo il titolo del progetto, nasce con l’obiettivo di divulgare una metodologia d’insegnamento (l’outdoor education) tipico delle scuole del nord Europa dove è molto diffusa, un metodo abbastanza presente nella nostra Emilia Romagna, da sempre regione faro di lodevoli iniziative educative, che ha rare realtà nel nostro centro Italia (noi siamo l’unica scuola statale), e che è  totalmente assente nel sud della nostra penisola.

Obiettivo del progetto è quello di portare la scuola fuori dalla scuola e i bambini fuori dalle sterili quattro mura di un’aula, dove assurdamente si parla di autunno guardando il soffitto, dove si privano i bambini di esperienze motorie e sensoriali, canali preferenziali per un apprendimento contestuale, vero e duraturo, dove l’astratto si sostituisce al concreto lasciando ad altre agenzie educative (la famiglia) l’onere di compensare con esperienze di full immersion. Ma alcune insegnanti della Scuola dell’Infanzia del IV ISTITUTO COMPRENSIVO DI ANZIO (scuola capofila), dall’A.S. 2015/16, hanno deciso di rivoluzionare il loro modo di insegnare. Il progetto suscita da subito l’interesse di numerosi enti e associazioni educative e sociali, territoriali e non, che entrano a far parte dello stesso con un protocollo d’intesa triennale. Parliamo di UNIVERSITA’ ROMA TRE (cattedra di pedagogia), WWF, LEGAMBIENTE, BUCCIADIMELA (organizzazione di volontariato di Anzio), SCOUT C.N.G.E.I., ANZIO RUGBY, ANZIO NUOTO, PSICOLOGI, PEDIATRI, ARUOTALIBERA (associazione sociale tramite la quale l’istituto scolastico ottiene l’accreditamento allo SVE – Servizio di Volontariato Europeo), LUNARIA (associazione di promozione sociale che si occupa, tra l’altro, di campi di volontariato internazionali – SCI), ASSOCIAZIONE GENITORI, COMUNE DI ANZIO (assessorati istruzione e ambiente). Siamo in tanti e annualmente ci sediamo intorno ad un tavolo tecnico (il 31 gennaio 2017 si è svolto quello dell’Ano scolastico in corso presso la biblioteca del liceo Chris Cappel) per confrontarci, discutere e pianificare le attività da svolgere con i 65 piccoli alunni delle sezioni A (Villa Claudia) – B ed E (V.le Severiano). L’entusiasmo dei bambini è travolgente e sopisce tutta la fatica di un insegnamento non convenzionale, la partecipazione delle famiglie è totale (qualche iniziale timore che l’aria aperta aumenti il rischio di febbri e raffreddori, ma che i dati raccolti smentiscono), l’impegno dei partner è costante e brillante.

I bimbi “sfrattati”

Ma allora, cosa c’è che non va? Perchè nel titolo si parla di dolori e non solo di gioie? Semplice, perché è una favola e ad un certo punto spunta il lupo.

Come già detto la nostra amministrazione comunale è partner di progetto e nelle persone di Laura Nolfi e Patrizio Placidi abbraccia, appoggia e sostiene, moralmente ed economicamente, tutte le nostre iniziative. Siamo nell’autunno del 2016 e La scuola nel bosco dei conigli manifesta il desiderio e la necessità, in caso di maltempo, di avere un rifugio per i piccoli studenti, perché seppur vero che “non esiste il buono e cattivo tempo, ma solo un buon equipaggiamento” (di cui siamo fornitissimi tra calosce, k-way) nel caso di forti temporali è bene offrire un rifugio ai bambini di 3/4/5 anni, il tempo necessario affinchè le nuvole più cariche di pioggia si svuotino per poi uscire a saltare nelle pozzanghere e parlare del ciclo dell’acqua. Bellissima idea, ma dove? Vi ricordate quella serra abbandonata da circa 15 anni all’interno di Tor Caldara, ormai deposito di ogni genere di rifiuti, quella che fu messa a disposizione di Checco Zalone per il suo film Quo vado? Ebbene, quella serra abbandonata è stata completamente ristrutturata (tetto, porte, finestre, pavimento, impianto elettrico) grazie all’impegno dell’assessore Placidi e allo sponsor Camassa (si parla di una spesa di diecimila euro). Appena iniziata la ristrutturazione, quindi dopo un ovvio via libera dell’ingegner Walter Dell’Accio (Dirigente dell’Ufficio Ambiente del Comune), arrivano assurde ma esplicite richieste da parte del responsabile della riserva naturale, ovvero di considerare quell’aula ricchezza della riserva e quindi a piena disposizione della stessa. Ma come, dopo 15 anni di inerzia e totale abbandono di una struttura che sembrava aspettare solo l’usura del tempo per morire definitivamente, viene ristrutturata con una chiara destinazione d’uso (AULA DIDATTICA PROGETTO SCUOLA NEL BOSCO DEI CONIGLI) ed ora tutti ad avanzare pretese. Potete immaginare, cari lettori, il nostro disappunto che mai e poi mai avrebbe però immaginato l’inizio di una guerra come quella che di lì a poco (ma non prima della fine dei lavori) sarebbe iniziata. Tor Caldara diventa un luogo non adatto a quello strano e troppo alternativo progetto: il vociare dei bambini disturba la naturale vita degli animali, le tartarughe non riescono ad andare in letargo, le termiti non riescono a nidificare, i bambini non osservano inermi e rispettosi le dune naturali, i colori dei disegni sui vetri della serra (opera d’arte dei 12 ragazzi del workcamp internazionale) hanno un impatto negativo sul contesto naturale e poi . . . LE ESALAZIONI DI ZOLFO (relazione della ASL) pericolosissime “solo” per i nostri alunni ma non per i visitatori abituali ed occasionali e poi, toh, hai visto mai che tutto questo non bastasse, l’aula didattica non è a norma. E per concludere, sempre “hai visto mai non capissimo”, i guardiaparco, senza alcun gentile avviso, hanno cancellato tutti i dipinti realizzati sui vetri della serra e di sostituire il fiocco tagliato il 7 maggio scorso dagli assessori, in occasione dell’inaugurazione dell’aula, con un nastro bianco e rosso, di quelli che indicano pericolo e divieto di accesso.

Per il momento sembra proprio una favola senza lieto fine, ma chissà . . . gli assessori Nolfi e Placidi al tavolo tecnico del 31 gennaio scorso, ci hanno rassicurato sul loro impegno alla soluzione del problema e noi, si sa, siamo ottimiste e fiduciose per natura professionale, quindi attendiamo il “e vissero felici e contenti”. Perdonateci cari lettori, volevamo essere brevi . . . eppure abbiamo solo riassunto”.