Home Cronaca Nettuno – Via Gorizia, carrozzeria chiusa e lettera al Prefetto

Nettuno – Via Gorizia, carrozzeria chiusa e lettera al Prefetto

L’auto prigioniera nella carrozzeria

Una situazione drammatica quella vissuta in queste ore da alcuni commercianti di Nettuno che lavorano da quarant’anni in via Gorizia e si sono visti, di fatto, chiudere la propria attività. Il disagio dei mesi scorsi legato all’interdizione al traffico per la presenza di un palazzo pericolante, è nullo  rispetto a quanto accaduto questa mattina. Gli operai di una ditta incaricata dal Comune, su mandato dell’Amministrazione, hanno infatti realizzato quattro cancelli in legno (e a breve saranno realizzati anche i collegamenti di chiusura) e letteralmente fatto prigionieri un uomo e la sua autovettura ed una carrozzeria interdetta ad ogni possibile passaggio, che al suo interno ha in stallo un’auto in riparazione, anch’essa prigioniera. Sul posto, a tutela degli interessi di questi cittadini, è stato chiamato un legale che contesta apertamente le procedure attivate dal Comune. “I due cittadini – spiega – si sono trovati oggi nell’impossibilità di utilizzare le proprie auto e di lavorare nel proprio negozio. Questo senza che l’Amminstrazione ritenesse di dover comunicare alcun provvedimento agli interessati. Mancano gli atti deliberativi e la comunicazione al Suap per la chiusura forzata dell’attività, ovviamente ci rivarremo nei confronti dell’Amministrazione per questa vessazione e per aver sottratto ad un cittadino la sua unica fonte di reddito”. Un altro commerciante, esasperato dalla situazione, si è rivolto alla Prefettura inviando una comunicazione via Pec direttamente al Prefetto. Proprio questa mattina la prefettura ha contattato il commerciante chiedendo fotografie collegate alla segnalazione e la documentazione annessa che è stata subito inviata. “Questa situazione è insostenibile – ha detto il commerciante – c’è un’ordinanza di demolizione a cui non è stato dato seguito mentre noi stiamo letteralmente morendo per inattività e nessuno ci sta neanche a sentire”.