Home Cronaca Nettuno – Truffa alla Regione, la Finanza sequestra beni sul litorale

Nettuno – Truffa alla Regione, la Finanza sequestra beni sul litorale

Il Comando della Guardia di Finanza di Nettuno

Erano stati denunciati, nel 2014 per una truffa ai dani della regione Lazio, ieri  è arrivato, da parte del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza un sequestro di beni per un valore di 700 mila euro. Ad essere colpiti dal provvedimento tre funzionari regionali, di cui uno residente a Nettuno, e cinque titolari di società,  una delle quali con sede ad Anzio, che avevano beneficiato di contributi  erogati dalla Pisana e dal ministro del Lavoro per svolgere corsi di aggiornamento professionale. Peccato che nessuno di quei corsi fosse mai realmente partito. Corsi fantasma dunque per “accrescere le competenze dei lavoratori nell’ottica di sviluppare la competitività delle imprese”. Nel 2012 proprio la Finanza aveva accertato che i fondi non erano mai stati spesi. Le Fiamme gialle avviarono le indagini sulla base di un esposto della stessa Regione Lazio che aveva segnalato dei dubbi sull’utilizzo dei contributi erogati. Tra gli indagati il dipendente della Regione di Nettuno Brunello Capriolo e Maria Favilli, amministratrice di un’associazione con sede ad Anzio; per fatti risalenti al 2006 la stessa Favilli era stata condannata dalla Corte dei Conti a risarcire 34 mila euro alla Regione, in qualità di responsabile dell’associazione di Anzio Paulus Antiche Arti e Mestieri. Ora è scattato nei  confronti dei due e degli altri indagati – tutti accusati truffa aggravata allo Stato, corruzione e falso – il sequestro dei beni personali.

Le indagini delle Fiamme Gialle del nucleo di Polizia tributaria coordinate dalla Procura di Roma, avevano fatto emergere un complesso sistema fraudolento realizzato da varie società e rappresentanti legali che, con la compiacenza di alcuni funzionari della Regione Lazio, attraverso la presentazione di progetti fittizi, erano riusciti ad incamerare fondi provenienti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e gestiti dalla Regione Lazio. I beneficiari delle erogazioni incassavano il primo acconto del finanziamento, per poi scomparire nel nulla anche tramite il trasferimento della sede legale delle società.  Decisivo il ruolo dei funzionari regionali coinvolti che, in qualità di componenti delle commissioni di gara, intervenivano nel procedimento di approvazione, concessione ed erogazione dei finanziamenti pubblici; e accoglievano le domande di finanziamento pur in mancanza della documentazione necessaria e dell’avvio dei corsi, omettendo di revocare gli stessi contributi illecitamente concessi.