Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza che assolve, dall’accusa di disastro colposo, Stefano Masci, 39enne di Nettuno, autore della cosiddetta strage di Pasquetta. Masci, lo ricordiamo, uccise tre persone in uno scontro frontale sulla Pontina, dopo aver percorso 14 chilometri contromano, a 120 km/h, guidando dopo aver assunto alcol e droghe. “Non sussistono gli elementi costitutivi del reato di disastro colposo contestato – si legge nella sentenza emessa dal Tribunale di Latina, a firma dei giudici Fabio Velardi, Pierfrancesco De Angelis e Silvia Artuso – non avendo il fatto assunto proporzioni tali da determinare quella diffusività richiesta per porre in pericolo la pubblica incolumità”.
L’imputato, il 17 aprile 2006, all’altezza delle Ferriere, tra Latina e Aprilia, con la sua Audi A3 si scontrò frontalmente con la Mercedes S400 condotta dal 38enne romano Marco Gattuso, su cui viaggiavano e persero la vita Maurizio Montanari, 44 anni, Deborah Mercedes Borsari, 37 anni, e Iolanda Felisber Ramos, 30 anni, di Roma. Masci, inizialmente accusato di omicidio volontario, venne alla fine condannato nel 2008, per omicidio colposo, a otto anni di reclusione, ridotti a cinque anni e quattro mesi dalla Corte d’Appello di Roma e confermati dalla Corte di Cassazione. Il sostituto procuratore Valerio De Luca formulò poi per il 39enne l’ulteriore accusa di disastro colposo, da cui però l’automobilista, difeso dagli avvocati Vincenzo Macari e Domenico Porchetta, è stato assolto dal Tribunale di Latina, perché il fatto non sussiste. “La condotta posta in essere dall’imputato – si legge ancora nelle motivazioni – non coincide naturalisticamente con quella di disastro, perché quest’ultima è connotata da proporzioni esorbitanti dalla morte di una o più persone, in ragione dell’intrinseca diffusività che gli è connaturata (…). Nessuno dubiterebbe della ricorrenza del disastro nel caso in cui fossero state cagionate a seguito della stessa condotta ben altre e più imponenti conseguenze, ad esempio con il coinvolgimento di un numero elevato di autovetture, la distruzione delle abitazioni interessate dal sinistro, il danneggiamento di una parte considerevole della carreggiata, assenti nel caso di specie”. Se l’episodio fosse accaduto oggi a Masci sarebbe stato contestato l’omicidio stradale.