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Nettuno – Addio a Roberto Combi, il ricordo del figlio

gnappetta-1E’ morto qualche settimana fa Roberto Combi, conosciuto come “Gnappetta” e noto davvero a tutti i cittadini di Nettuno per essere una persona davvero generosa. A ricordare la figura e la vita di quest’uomo, il figlio Patrizio. “Mio padre – dice – è nato l’8 settembre del 1953, alle 10:15 di mattina, da famiglia benestante. Da Fortunato, noto commerciante che aveva molte proprietà a Nettuno (un negozio di mobili dove ora c’è acqua&sapone in via veneto), e Corina Bonamici. Tutti sanno, della vita, sregolata, di Roberto, piena di viaggi, di avventure, insomma, una vita vissuta. Un personaggio, la sua camminata tacco punta riconoscibile anche da metri di distanza. Negli anni ’70, ’80, è stato il primo a Nettuno a portare il Porsche e la Jaguar per le strade. Era anche molto generoso con i suoi amici, al quale spesso prestava denaro. Era di buon cuore. Aveva sempre voglia di fare festa. Amava in particolare modo vivere tra Tenerife e la Spagna, ma anche Santo Domingo, dove in un lussuoso hotel si fece chiamare avvocato Gianluca, ordinando una cena da 1000 euro, con champagne dalla Francia, ostriche dall’isola e poi presentato il conto, con la scusa “del torno subito” scappò dalle muraglie. Ancora lo cercano… Era ironico e buono, nonostante le intemperanze. Aveva un grande amore per i viaggi, fino a quando ha potuto farli. Negli ultimi anni era andato in bancarotta, causa i numerosi sperperi di denaro dovuti alla dipendenza da alcol. Nel dicembre 2014, si riprende grazie anche all’aiuto del suo amico Flavio, che lo ospita a casa per vari mesi, ma anche quel occasione dopo sei mesi, fu persa… la voglia di libertà, e il terribile vizio di bere furono più forti. Nel marzo 2016, è stato arrestato (per un piccolo furto) da Acqua&Sapone. Ne era uscito, pochi giorni fa, dopo 9 mesi di detenzione e astinenza dal alcol, il 1 dicembre scorso. Si è fatto accompagnare e lasciare in piazza Regina Margherita, poi arriva al borgo e a salutare amici e negozianti per festeggiare la libertà ritrovata. La mattina, beve un pò, e siccome non beveva da tempo, il corpo non ha retto il corpo, ed è stato vittima di un infarto che purtroppo che non ha lasciato scampo. In molti pensavano dormisse quando è stato visto steso sulla panchina, invece stava male. Mio papà era ed è unico”.