Gravi indizi di colpevolezza per i reati di tentato omicidio e lesioni personali gravissime sono stati raccolti dagli uomini della polizia di Stato contro un gruppo di cittadini egiziani, legati al commercio di ortofrutta in vari negozi della provincia di Roma, che frequentavano il Centro Agroalimentare Romano (CAR). Tredici le perquisizioni nelle frutterie romane, anche nella frazione di Lavinio nel comune di Anzio, effettuate nell’ambito dell’operazione denominata “Piramide” che questa mattina ha visto l’esecuzione di sette misure di custodia cautelare in carcere, emesse dal tribunale di Tivoli, nei confronti di 7 soggetti egiziani. Oltre alle misure cautelari – per cui due persone sono ancora attivamente ricercate mentre cinque sono già finite in manette – sono stati denunciati in stato di libertà altri sei soggetti per concorso nei reati contestati.
La polizia ha riscostruito un quadro di violenza e sopraffazioni andate in scena soprattutto all’interno del Car, che sarebbero state messe in atto da un gruppo criminale facente capo a un egiziano conosciuto come “Ciro” (E.K. le iniziali del suo vero nome), che risulterebbe proprietario di diverse frutterie. Secondo gli inquirenti, per affermare la propria forza intimidatrice, il gruppo aveva organizzato una spedizione punitiva nei confronti di due connazionali, facchini del Car, che a quanto pare non volevano riconoscere la “supremazia” del gruppo legato a Ciro nel giro dell’ortofrutta. L’aggressione è andata in scena nell’agosto scorso, quando, “approfittando della minore sorveglianza da parte del personale di vigilanza all’interno del Centro Agroalimentare Romano – spiegano dalla Questura – armati di bastoni e coltelli, hanno accerchiato e aggredito brutalmente i due lavoratori”. Una delle due vittime, in particolare, ha avuto bisogno di un ricovero in ospedale e di diversi interventi chirurgici per sopravvivere, restando per settimane in prognosi riservata. “Successivamente, dalle cartelle mediche, è emerso che solo la tempestività dei soccorsi e gli interventi di neurochirurgia hanno evitato la morte del giovane”.
Secondo la Procura della Repubblica di Tivoli, che ha coordinato le indagini, il gruppo legato stabilmente alla “famiglia di E.K.” sfruttava l’affiliazione e il sostegno di un gran numero di persone: “operai o prestanome per intimidire gli esercenti commerciali con il compimento di atti di violenza o di minaccia, posti in essere con ferocia e aggressività e controllare il libero svolgimento delle attività imprenditoriali all’interno del Centro Agroalimentare di Roma”. L’operazione di oggi ha sradicato l’attività del gruppo di Ciro l’egiziano, ma le indagini non sono ancora concluse.
“Il C.A.R. – spiegano dalla Questura romana – un’infrastruttura tra le più grandi d’Europa per la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli ed ittici, accoglie, nell’arco delle 24 ore, circa tremila persone tra autotrasportatori e commercianti, molti dei quali stranieri e rappresenta, per gli interessi economici in gioco e le aziende interessate, una struttura costantemente monitorata dalle Forze di Polizia”.